Sesto San Giovanni, 26 giugno 2011 - È stato l'anno delle donne per il Premio Nazionale La Torretta. A ottobre a dominare il palco era stata la più amata dagli italiani, Lorella Cuccarini. L’altra sera, per la versione mignon della 38esima edizione della kermesse, patron Quinto Vecchioni ha sfoderato invece un tris rosa: Milva, Dori Ghezzi e Cristina Chiabotto. Pezzo da novanta, la pantera di Goro è arrivata in giacca e pantalone nero con i capelli raccolti in una treccia rossa: «Ho avuto una bella carriera. Quando vinsi il primo concorso di voci nuove, arrivando prima su oltre 7.600 partecipanti, non l’avrei mai detto. Ho subito aiutato la mia famiglia».

Grande temperamento, Milva è una che non le manda a dire. Neanche a Bruno Pizzul, storico presentatore del premio sestese. «Teniamo il microfono più lontano che così anche il pubblico può sentire». Bacchettato il conduttore e bacchettata pure l’orchestra che dietro di lei intonava qualche nota. «Sorry», ha detto la chantosa rossa, ammutolendoli. Alla fine si è però lasciata trasportare dalla fisarmonica e dalla pianola, regalando un’accenno de «La filanda», celebre brano del 1971. Pure l’attore comico Ugo Conti è stato bacchettato da Milva. Lui sul palco a ritirare il riconoscimento, lei seduta in prima fila, tra i due è scoppiata una diatriba calcistica: milanista sfegatato Conti, interista la rossa cantante. Che ha ricevuto la targa del Presidente della Camera dalle mani di Pietro Ostuni, il capo di gabinetto della questura di Milano, salito agli onori della cronaca per la telefonata ricevuta da Silvio Berlusconi sul caso Ruby.

Vestito nero anche per lei, sandalo brillantinato ai piedi, Cristina Chiabotto è stata premiata dal figlio del campionissimo Fausto Coppi e ha consegnato il riconoscimento ai tre sportivi della serata: l’arbitro Nicola Rizzoli, l’agente Fifa e procuratore di Amauri Ernesto Bronzetti e il direttore generale della Juventus Giuseppe Marotta, salutato con un grande abbraccio. «Del resto, ci lega Alessandro Del Piero. E io ormai senza di lui e il passerotto non posso pià stare», ha scherzato la showgirl, nota per la famosa pubblicità dell’«acqua della salute» insieme al calciatore bianconero.

Accompagnata dalle note de «La canzone di Marinella», Dori Ghezzi è salita sul palco per rappresentare la Fondazione Fabrizio De André. Lasciando il posto a un’altra donna, la giornalista Maria Cuffaro: «Questo è un premio che considero per tutto il Tg3. Non si lavora mai da soli, ma in squadra. Forse noi abbiamo più senso del gruppo, ma soprattutto a differenza delle altre reti diamo ancora le notizie».

Stoccata e fuga, sul red carpet del centro eventi Campari, per quello che si annuncia come l’ultimo Premio Torretta, hanno sfilato Duccio Forzano, regista di «Che tempo che fa», il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, gli applauditissimi Legnanesi e Nanni Svampa, attore, scrittore e cantante, anche lui col microfono in mano pronto a intonare qualche strofa dei suoi successi.

«Sembrava di essere al Festival di Sanremo. È stato bellissimo. Avere la voce di Milva è stato un onore e un regalo non previsto. Avrei potuto mettermi a cantare anch’io», ha commentato Quinto Vecchioni, mente e anima del Premio Torretta, con un passato da cantante di musica leggera sotto le vesti di Ardo de Veras. Inserita all’interno della festa patronale di San Giovanni, quest’edizione ha voluto accendere i riflettori sui tanti cittadini che si sono distinti nello sport, nella solidarietà e nell’arte. Tutte in fila, in divisa, le Hot Shivers, campionesse italiane di pattinaggio sincronizzato.

«Sul ghiaccio diamo sempre il massimo ed è bello che questo sacrificio venga riconosciuto ogni tanto — Chiara Arienti — Siamo molto contente di essere state chiamate per il Torretta».Sul palco di viale Gramsci sono saliti la presidente dell’Anpi Annunziata Cesani, l’attrice di teatro Itala Cosmo e il musicista Mario Riso. Largo allo sport con Angelo Cesati del Pedale Sestese, Cesare Tremolada della Libertas Nuoto, Giuseppe Malfigliacci del Geas Basket, Giuliano Camanini della Posal Basket, la Nuova Pro Sesto, la squadra della Pallavolo Libertas e Pierluigi Casiraghi, dirigente sportivo della Pro e dell’Inter. «Tutta gente che i campioni li ha scovati nelle scuole, per le strade, nei campetti dell’oratorio — spiega Vecchioni — Hanno raggiunto grandi risultati e hanno portato in alto il nome della città».

Nato per mettere in mostra le eccellenze di Sesto, dopo 38 edizioni cala il sipario sul Premio Torretta. Il sindaco non ci crede e pure Bruno Pizzul lo liquida con un «Ma va là». Eppure patron Quinto sembra irremovibile. «Troppa fatica e il territorio non risponde come dovrebbe. Non sto facendo una recita, stavolta è finita per davvero. Non voglio più andare a elemosinare in giro né soldi né attenzione».