Cinisello Balsamo, 19 giugno 2011 - Come filosofia di vita aveva indicato il destino. «Sfiga e fortuna» precisava sul suo profilo Facebook, nel linguaggio tipico di un diciannovenne. Il suo, di destino, Matteo Cazzaniga lo ha incrociato purtroppo ieri mattina, all’angolo tra via Risorgimento e via De Ponti. Non erano nemmeno le sette quando, a bordo della sua moto Husqvarna, si è scontrato con un jumbo della metrotranvia, finendo poi sulla base in cemento del semaforo. Impatto violentissimo, che non gli ha lasciato scampo.

«Ho sentito un boato — racconta il barista della Caffetteria Ribot, il primo a soccorrerlo insieme a un cliente —. Stavo mettendo le brioches nella vetrinetta, rivolta proprio verso la strada. Ho alzato gli occhi, ho visto quello che era accaduto e sono corso fuori».

Con il suo telefonino, il barista ha chiamato subito il 118. «Il ragazzo non era cosciente, si capiva che era grave». Sul posto è arrivata l’automedica, insieme all’ambulanza che lo ha poi trasportato al Niguarda, ma ogni tentativo del personale sanitario di rianimarlo è stato inutile. Anche il conducente del tram, sotto choc, è stato accompagnato in ospedale, al Bassini.

Per stabilire le cause dell’accaduto, bisognerà aspettare la conclusione dei rilievi effettuati dalla polizia locale: una mezza dozzina gli agenti che hanno raccolto le testimonianze, misurato i percorsi, i punti di impatto e che poi si sono fatti consegnare i filmati delle telecamere puntate sulla via. Due, in particolare: quella del panificio Chicco di grano, in via Risorgimento, che punta proprio in direzione dell’incrocio con via De Ponti; e quella della caffetteria-tabaccheria, che viceversa dovrebbe aver ripreso il tram, fermo al semaforo. Anche la scatola nera del jumbo potrebbe infine dare delle indicazioni preziose.

Secondo una prima ricostruzione, comunque, sembra che il ragazzo sia passato con il semaforo rosso. A tradirlo, forse, la sua più grande passione: la moto con cui, dall’abitazione di via Garibaldi, voleva raggiungere il luogo di lavoro. Imboccata la via Monte Ortigara, il giovane potrebbe aver visto il semaforo che virava sull’arancione, ma al posto di fermarsi potrebbe aver cercato di «bruciare» il rosso: nessun segno di frenata sull’asfalto, a indicare come il ragazzo non si sarà accorto della presenza del tram che nel frattempo, scattato il verde, aveva ripreso la marcia verso il capolinea.

Anche l’Atm ha mandato sul posto i propri tecnici e ispettori: una dozzina di persone, inviate dalla centrale operativa. Tutta la zona è rimasta transennata per oltre tre ore, con la gente assiepata attorno al nastro rosso e bianco, per cercare di capire cosa fosse accaduto.

L’incidente mortale, tanto più di un ragazzo appena diciannovenne, ha causato una profonda amarezza, che ha trovato sfogo in invettive contro la metrotranvia: «Proprio ieri mattina c’è stato un altro incidente, qui vicino. Siamo troppo vicino ai binari, non c’è abbastanza sicurezza» erano i commenti più diffusi tra i cinisellesi. «Ci voleva un morto: pensa a quel ragazzo e pure a quel povero autista».