Cinisello Balsamo, 27 maggio 2011 - Hanno ancora nelle orecchie le urla disperate della ragazza ghanese sfuggita, forse, a un destino peggiore delle botte. E negli occhi l’immagine che non avrebbero voluto mai vedere: il loro ex vicino di casa, un «bravo ragazzo, gran lavoratore», uscire dal garage, inseguire la giovane e poi cercare di investirla prima di fuggire.

Sabato notte si sono affacciati in tanti in vicolo Villa Rachele, stradina chiusa che fa da cerniera a Sesto e Cinisello: «Era impossibile non sentire le grida disperate di quella donna, abbiamo visto tutta la scena dal balcone», racconta, il giorno dopo la macabra scoperta, un vicino di casa di Antonio Giordano, l’uomo nel cui garage i carabinieri hanno trovato, seviziata e uccisa, una giovane prostituta romena. Ma gli abitanti del vicoletto non hanno nelle orecchie solo questo.

«Non ha la telecamera, vero?», chiede, con lo sguardo sospettoso un uomo uscendo dal garage sotterraneo che ospita il box degli orrori, prima di iniziare il suo racconto. «Giordano non mi piaceva, non mi convinceva quello che faceva: di notte dal suo garage sentivamo spesso voci di donne. In tanti ci siamo accorti che succedeva qualcosa di strano e negli anni scorsi abbiamo anche fatto delle segnalazioni all’amministratore». In vicolo Villa Rachele la voglia di parlare con i giornalisti non è tanta, eppure sulle bocche di tutti c’è quell’ex vicino di casa dalla doppia vita, che nascondeva sotto i palazzoni di questo pezzo di terra di nessuno al confine tra Sesto e Cinisello, un terribile segreto.

Due donne si raccontano i dettagli da una finestra all’altra; in strada, al civico numero 5, davanti alla cancellata che porta ai box, i residenti si fermano a chiacchierare; c’è chi viene fatto uscire con cautela proprio da quel garage dove i carabinieri della scientifica stanno eseguendo i rilievi.

«Era strano, si capiva che aveva una fissa per le donne. Sembrava un maniaco», ammette Vito De Carlo, titolare del bar di via Partigiani dove l’uomo andava spesso a fare colazione. «Non si fermava a parlare, ma il suo vizio per le prostitute era noto a tutti». D’altra parte il box di vicolo Villa Rachele non era l’unico posto dove consumava gli incontri a pagamento: «Quattro o cinque volte, mentre portavo a spasso il cane nei giardini di via Partigiani, ho visto Giordano appartato in auto con prostitute» dice un altro residente.

«Mi faceva accapponare la pelle» ricorda un’altra vicina. Eppure, nonostante quell’aria poco rassicurante, nessuno in quartiere si sarebbe mai immaginato una tragedia simile. E cresce la paura. «Non puoi fidarti proprio di nessuno — ammette la signora Nicoletta, che col marito Mauro e i figli abita nello stesso palazzo, al civico 9, dove fino a tre anni fa Giordano viveva con la moglie e i due bambini di 6 e 7 anni —. Era una persona riservata, ma sembrava un bravo ragazzo». L’aggressione alla prostituta ghanese e poi la fuga in auto, ha impressionato molto gli abitanti di questo micromondo: «La ragazza urlava come una disperata — ricorda una donna —, poi abbiamo visto lui uscire in auto e accelerare quasi per cercare di investirla». Ora la paura è che quella di due giorni fa sia solo la prima di altre macabre sorprese.