Cinisello Balsamo, 18 marzo 2011 - Su via De Amicis (alias provinciale 151), il cartello abusivo più vecchio risale al secolo scorso: l’hanno piantato nel ’98. Nel frattempo è cambiato il millennio, l’Italia ha vinto i Mondiali e Obama è diventato presidente degli Stati Uniti: ma il cartellone fuorilegge è ancora lì. Alla faccia delle denunce contro l’abusivismo pubblicitario sulle strade italiane e le bonifiche conclamate dalle istituzioni.

La rèclame è tutt’oggi in bella vista, dove cliente e concessionaria di pubblicità si erano immaginati avrebbe colpito al massimo l’attenzione degli automobilisti. Ed è in buona compagnia: il 90% dei cartelloni piantati nella scarpata sul lato sinistro di via De Amicis sono tutti abusivi. In poche parole, là non ci dovrebbero stare. E questo perché il permesso per l’installazione o non è stato chiesto o non è stato concesso dalla Provincia (o dal Comune, a seconda della competenza delle strade) oppure è scaduto.

La legge, Codice della strada più norme dell’ente locale, parla chiaro: in tutti questi casi il cartello va rimosso. «Nel 2010 dalle provinciali ne sono stati tolti 828 su 3mila gli impianti complessivi», spiega l’assessore provinciale alla Viabilità Giovanni De Nicola. A bordo strada però i cartelli fuorilegge spuntano come funghi e mettono radici come alberi secolari.

Basta prendere a esempio alcune zone di confine dei comuni del Nord Milano, lungo le provinciali: qui le competenze sfumano tra Palazzo Isimbardi e le amministrazioni locali. Sono sacche periferiche di abusivismo, poche centinaia di metri dove i cartelli si affollano uno sull’altro raggiungendo tassi alle stelle, fino al 70-80%. A essere violate sono tutte le disposizioni che regolano l’installazione di pannelli pubblicitari. Numero uno: la targhetta di identificazione.

Secondo il Codice della strada ogni cartellone pubblicitario deve possedere una targhetta metallica ben visibile dove siano incisi: i nomi del titolare dell’impianto e dell’amministrazione che rilascia l’autorizzazione; il chilometro in cui è posizionato l’impianto; il numero del permesso e la data di scadenza. Nei fatti però, sono pochissimi a rispettare le regole: se la targhetta c’è — cosa che non sempre avviene — in genere è incompleta (manca la data di scadenza), non compilata o, peggio, è scaduta e mai rinnovata.

Tre anni massimo per un’autorizzazione, poi bisognerebbe fare una nuova richiesta. Ma in via Valtellina a Cinisello o su viale Fulvio Testi; o ancora a Cormano, sulla sp 199, ci sono cartelli piantati da anni. I pendolari in auto neanche le notano più, quelle pubblicità: ma come loro, neanche i controlli se ne accorgono.

Qualcun altro invece aggira la legge con cartelli «usa e getta»: pannelli di dimensioni ridotte appoggiati su zanche e infilati tra i loro gemelli fissi per blitz pubblicitari di poche settimane. Ne erano spuntati sui prati del parco del Grugnotorto due settimane fa, affacciati sulla provinciale 131 (via Risorgimento a Cinisello): reclamizzavano la campagna sconti di una nota catena di supermercati.

E qui la violazione è doppia: oltre a mancare l’autorizzazione, quei cartelli stavano su un terreno protetto da vincolo paesaggistico. Anche la distanza dalla carreggiata conta: si può stare oltre i tre metri. Fuorilegge perciò quelli su via Risorgimento che stanno ad appena un metro dalla strada. La invadono, la infestano, come erbacce di un malcostume difficile da sradicare.