Sesto San Giovanni, 27 gennaio 2011 - Li hanno chiamati «sindaci ribelli», ma per ora non hanno fatto nulla. Perché l’hinterland, se si bloccherà o no, deve ancora deciderlo. Tutto è rimandato infatti a stamattina, quando una delegazione di sindaci sarà ricevuta in Regione al tavolo sulla qualità dell’aria. E proprio al Pirellone viene rimbalzata la palla dai primi cittadini della cintura metropolitana, che ieri pomeriggio si sono riuniti a Sesto San Giovanni per concordare una linea comune.

Ad aver convocato i colleghi è stato Giorgio Oldrini, ormai sempre più il coordinatore dei municipi dell’hinterland. L’aveva fatto due settimane fa per il trasporto pubblico locale, l’ha rifatto ieri per il piano antismog messo in campo dal Comune di Milano. «La Regione deve assumersi la responsabilità di dirci se un blocco delle auto è utile o no — spiega Oldrini —. Non abbiamo preso una decisione a priori. È la Regione che è competente in materia e che deve dirci cosa dobbiamo fare».

Tutti d’accordo, nella riunione di ieri è stato elaborato un documento condiviso. A firmarlo sono state 12 amministrazioni: Sesto, Cinisello, Cologno, Cormano, Cusano, Bresso, Cernusco, Vimodrone, Settimo Milanese, Rozzano, Corsico e Novate Milanese. Doveva essere la carica dei trenta, al palazzo sestese si è presentato un terzo dei chiamati. «Perché in molti hanno avuto una riunione con i nuovi vertici dell’Asl — si affrettano a dire i presenti —. Ma tutti hanno dato la loro adesione». A un documento che prevede essenzialmente due punti: facilitare il trasporto pubblico per tutti, strizzando l’occhio al tanto atteso biglietto unico e attuare politiche di incentivo per le città che investono su sistemi puliti come il teleriscaldamento. E, ovviamente, tavoli tecnici permanenti per non essere più esclusi.

«Facciamoci sentire — esorta i compagni Fortunato Zinni, primo cittadino di Bresso —. Dobbiamo dire basta a questo impero di Milano, non siamo sudditi». Quanto al blocco del traffico, anche per lui la decisione è in stand by. «Domani (oggi, ndr) chiederemo dati precisi sull’inquinamento dell’aria. La Regione deve prendersi la responsabilità di proclamare l’emergenza sanitaria. In quel caso, io mi adeguerò e i bressesi non prenderanno l’auto».

Anche se il provvedimento non piace troppo ai sindaci dell’hinterland. «Ci costringono a piegarci alla logica dell’emergenza senza programmare interventi utili ed efficaci — denuncia Mario Soldano, sindaco di Cologno Monzese -. Decidere di bloccare il traffico con 48 ore di anticipo ci costerà sacrifici. C’è da organizzare la vigilanza urbana, i controlli, animare la città. Il tutto senza preavviso e con poche risorse». Che decida la Regione, insomma. E magari si schieri con l’hinterland, scaricando per una volta la Metropoli.

«Già l’anno scorso abbiamo vissuto questa situazione. In Provincia si era parlato di un tavolo, ma dopo la prima volta non ci hanno convocato neanche per un caffé — concludono i sindaci in coro —. La Regione aveva assunto una posizione molto negativa, rifiutandosi di fare da coordinatrice. Ora che l’assessore alla partita è cambiato, speriamo cambi anche l’atteggiamento».