Paderno Dugnano, 3 dicembre 2010 - Rho-Monza: si procede. Per il potenziamento dell’infrastruttura siamo ancora in fase di progettazione preliminare. Ma a Paderno la preoccupazione sale con l’arrivo degli avvisi di esproprio. I primi a vedersi recapitare le lettere di apertura del procedimento sono stati alcuni cittadini di via Fratelli Rosselli, proprietari di piccoli appezzamenti terrieri ai piedi del cavalcavia oggi esistente. Ma anche le vie limitrofe alla futura superstrada iniziano ad agitarsi.

Non sono solo i residenti a temere ma anche storiche attività che rimangono oggi sul «chi va là». Tra queste l’Autolavaggio Luisa. Ad oggi nessuna lettera è stata recapitata ma il progetto passa a pochi metri dai capannoni. Una storia che ha il sapore del déjà vu. «Siamo qui da 43 anni, 43 anni», scandisce la titolare, Luisa Parisio, che insieme al marito ha creato l’autolavaggio. Qui ci lavorano anche i figli, di 25 e 32 anni. «Siamo in questi capannoni da 18 anni ma la nostra storia parte da lontano — racconta —. Per vent’anni abbiamo gestito l’attività dall’altra parte della strada».

Dove oggi si trova anche il Centro pediatrico, per intenderci. «Dovevano costruire la nuova via Generale della Chiesa. Abbiamo fatto di tutto per rimanere dove eravamo, chiedendo di poterci mettere di traverso, ma niente. Siamo stati costretti ad andarcene. Avevamo 16mila metri quadri di terreno. Non abbiamo preso neanche un centesimo dal Comune per il trasferimento. Abbiamo venduto e ci siamo trasferiti qua dal 16 novembre del 1992, su 2.300 metri quadri di area. E la storia si ripete? E pensate che ci avevano proposto di traslocare nella via Rosselli, proprio dove sono arrivate le prime lettere di esproprio».

Ad oggi nessuna comunicazione, ma c’è quel progetto che pende sulla loro testa e voci che si fanno sempre più insistenti. «Se ci tolgono anche solo due metri per tutta la lunghezza, come dicono, dove possiamo tenere le macchine? Non riusciremmo a lavorare». «Adesso basta — aggiunge il marito, Giampaolo —. Sarà battaglia. Sono disposto a salire sul tetto del capannone dell’autolavaggio per difendere i nostri sacrifici, il nostro lavoro, la nostra vita».«La nostra vita e anche quella di altre sette famiglie — ricorda Luisa —. Abbiamo creato un servizio per gli abitanti. Posti di lavoro. Abbiamo sette dipendenti. E non abbiamo avuto sconti da nessuno. Abbiamo fatto nuove vasche per il recupero delle acque anche l’anno scorso, investendo altre 70mila euro». «Noi da qui non ce ne andiamo — tuonano —. Ci siamo già rivolti ad un avvocato. Questa volta sarà battaglia. Sono d’accordo che servano le infrastrutture ma non sulla pelle degli abitanti».

E dopo le prime lettere, il comitato per l’interramento della Rho-Monza, lancia un nuovo appello: «Chiediamo un’azione di sensibilizzazione, di informazione capillare e di mobilitazione forti ed evidenti da parte dell’Amministrazione e di farsi promotrice di quel tavolo dei sindaci dei territori attraversati dalla Rho-Monza per costringere, tutti insieme, la Provincia a fare quello che il territorio necessita e non quello che è più conveniente».
I primi avvisi di esproprio hanno colto di sorpresa anche la stessa Amministrazione.

«Non siamo stati neanche avvisati del loro arrivo. E riportano date precedenti al nostro mandato, al tavolo tecnico, al progetto alternativo che oggi ci sarebbe, senza considerare tutto il lavoro fatto — commenta il vicesindaco Gianluca Bogani —. Continueremo la nostra battaglia, anche insieme al comitato. Quel progetto così va stoppato».