Sesto San Giovanni, 27 novembre 2010 - La mobilitazione studentesca che sta infiammando Milano e l’Italia sbarca anche a Sesto. Ma in versione soft: niente cortei, nè invasioni di tetti, niente scontri con la polizia. Contro il ddl Gelmini, ma con un occhio anche alle problematiche più ampie del precariato e dell’immigrazione, ieri mattina gli studenti del liceo Erasmo da Rotterdam hanno votato a stragrande maggioranza a favore dell’occupazione della loro scuola.
Un evento straordinario, nel suo piccolo e non solo perché l’istituto di viale Italia non aveva mai conosciuto un’occupazione in piena regola: tutto è stato deciso e portato a termine in modo pacifico e con la «supervisione» del preside. La ricetta sestese prevede mattinate dedicate a lezioni autogestite sui temi caldi, altre attività pomeridiane, come proiezioni di film e dibattitti, e un presidio notturno. Esclusi, invece, i classiconi dell’«okkupazione» che tanto fanno arrabbiare i presidi: picchetti per non far entrare i secchioni, sequestro dei registri e delle chiavi della scuola, devastazioni e sporcizia: «in quel caso avrei chiamato la polizia e fatto sgomberare l’istituto» spiega il preside Dario D’Andrea.
Tutto è nato in modo inaspettato due giorni fa: un’assemblea in cortile alla prima ora del giovedì, la proposta dei rappresentanti degli studenti e poi il voto, favorevole. Quindi la trattativa col preside. «Lo so, sembrerà un’isola felice, eppure è stata una discussione assolutamente pacifica — spiega il dirigente —. I ragazzi mi hanno spiegato le loro intenzioni e insieme abbiamo stabilito una serie di paletti». Niente violenza per quella resta comunque la prima vera occupazione dell’ex scuola magistrale di Sesto.
«Gli studenti hanno voglia di svegliarsi, di capire questi cambiamenti e di dire la loro su un tema come la riforma,che li riguarda da vicino — spiega Stefano Clemente, rappresentante degli studenti —. Ma non solo: domani (oggi per chi legge, ndr) chiederemo a tutti di dirci cosa non va all’Erasmo. Poi manderemo una lettera al preside». Loccupazione ha preso alla sprovvista un po’ tutti. «Gli anni scorsi la tradizione voleva dei giorni di autogestione verso febbraio, del tutto scollegati dal mese clou, novembre» dice D’Andrea. Se non fosse per gli striscioni appesi dentro e fuori dalla scuola e il via vai di studenti con i materassi, il clima potrebbe far pensare a tutto tranne che alla sollevazione che in questi giorni sta accendendo il Paese.
Eppure l’impegno e la passione non mancano. Oltre quattrocento studenti su 830 hanno aderito all’occupazione mentre sono una trentina quelli che questa notte sono rimasti anche a dormire nella «palestrina» sfidando il freddo con i sacchi a pelo e la scomodità con i materassoni della palestra grande, pronti a ripetere l’esperienza stasera. Insieme a loro anche il preside e quattro professori, «ma solo per controllare che non ci siano infiltrazioni da fuori. Questa è una scuola a forte presenza femminile, dobbiamo stare attenti».
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