Cologno, la denuncia degli ambientalisti: "Spazzini fantasma, timbrano qui e lavorano a Rho"

Ieri un gruppo di ambientalisti si è appostato fuori dal cantiere da dove partono i mezzi Econord, e hanno seguito due porter, con quattro operai, lungo tutto il tragitto fino alla Fiera di Patrizia Longo

Uno scatto del reportage degli ecologisti sul caso Econord (Spf)

Uno scatto del reportage degli ecologisti sul caso Econord (Spf)

Cologno Monzese, 31 agosto 2014 - «I dipendenti della Econord, che dovrebbero svolgere il servizio di raccolta dei rifiuti in città, timbrano a Cologno ma poi se ne vanno a lavorare a Rho. È tutto documentato: foto e video». A lanciare l’accusa è Giulio Facchi, del Movimento ecologista. Insieme a lui, altri ambientalisti. E la sorella Ilde: la dipendente comunale che l’anno scorso aveva presentato un esposto sulla gestione del bando di gara relativo al servizio rifiuti, annullato dal Comune e finito nell’inchiesta che ha portato all’arresto del vicesindaco Raffaele Cantalupo e dell’assessore Maurizio Diaco, per tangenti legate a quell’appalto.

Ieri mattina Giulio e Ilde Facchi, con Alessandro Bianchi e una protagonista del comitato a difesa dei tigli di viale Emilia, si sono alzati all’alba, si sono appostati fuori dal cantiere di via Portogallo, da dove partono uomini e mezzi Econord, e hanno seguito due porter, con quattro operai, lungo tutto il tragitto fino alla Fiera. «Lì hanno passato la mattina a lavorare all’esterno dei padiglioni, invece che nella nostra città. E all’interno del deposito sono rimasti una spazzatrice e il compattatore per la raccolta del cartone» attaccano, mostrando le immagini. Da quel pedinamento, infatti, è scaturito un vero e proprio reportage, «che martedì sarà depositato in Procura a Monza».

Tutto nasce da una «dritta»: «Dopo la vicenda rifiuti, con tutto quello che ha comportato, siamo diventati un po’ il collettore delle segnalazioni di quello che non va - rimarca Facchi -. Le stiamo verificando una ad una: se troviamo riscontri, procediamo». Nulla è stato lasciato al caso: «Ci era stato detto che da dieci giorni mancava uno dei supervisori, che venerdì sarebbero andati in due a Rho e sabato in quattro - spiega Facchi -. Venerdì siamo andati al Noe (il nucleo operativo ecologico dei carabinieri, ndr) dove Ilde aveva presentato il suo esposto, e abbiamo fatto presente quanto avevamo saputo, con nomi e cognomi. Poi abbiamo deciso di verificare di persona e documentare quanto eventualmente avremmo scoperto».

Subito dopo il sopralluogo, il gruppetto si è presentato ancora dai carabinieri, per una segnalazione. I militari della stazione di Pero ieri mattina erano proprio fuori dai padiglioni, a chiedere le generalità di chi stava lavorando per Econord. «È evidente che a Cologno è rimasta scoperta una zona dove passa la spazzatrice e che il cartone non è stato raccolto», sottolinea Ilde Facchi, che per quasi vent’anni è stata impiegata all’ufficio dell’igiene ambientale, prima del trasferimento. Un provvedimento, quello, che ancora le pesa: «Avevo predisposto io il bando di gara che il Comune ha poi annullato, perché i costi erano stati valutati troppo bassi: da tre milioni e 600mila euro all’anno, prevedevo un aumento di soli 300mila euro». Secondo la magistratura monzese, il ricorso al Tar di un’azienda serviva a «ritoccare» la cifra al rialzo, dietro pagamento di mazzette.

«Ora il nuovo bando, predisposto dopo che l’hanno mandata via, prevede addirittura un milione di euro in più all’anno - aggiunge Giulio Facchi -: proseguiremo nelle verifiche sul servizio, su come viene effettuato. Secondo il sindaco, prima i controlli non erano fatti bene. Ha messo come responsabile la sua segretaria, si è tenuto la delega all’Ambiente, doveva esserci il salto di qualità e questo è il risultato».