Cologno, che guaio: in 400 senza mensa

Mamme sulle barricate: "Questa è una vergogna"

Scoppia il caso mensa

Scoppia il caso mensa

Cologno Monzese (Milano), 23 settembre 2015 - Ci sono le mamme che come Samanta D’Onofrio tutti i giorni alle 12 ritirano i figli da scuola e poi li riportano alle 14, dopo la pausa pranzo. E quelle come Patty Caserta che dal primo giorno a oggi hanno dato ai bambini la schiscetta. Perché circa 400 famiglie sono restate senza il servizio mensa. Non hanno compilato l’iscrizione nei tempi giusti e ora fino al primo ottobre la ristorazione, per i loro piccoli, non sarà attivata. "Anche se i primi 10 pasti di settembre sono stati correttamente pagati – sottolinea D’Onofrio –. Allora perché accettare questo versamento? Le tariffe, oltretutto le più alte del Nord Milano, sono a consumo. E i nostri bambini non mangiano. Lavoro e non è possibile andare tutti i giorni a prendere e riportare i bambini in classe".

Le figlie di Patty Caserta per 5 giorni hanno mangiato un panino in bidelleria. "Sono davvero indignata per quello che devono sopportare, è un’umiliazione e una vergogna davvero grande – commenta la mamma –. Nei tempi giusti, a luglio, ho saldato la mensa di una bimba e l’altra l’avrei coperta il mese dopo, ma l’operatore che ha in gestione il servizio si è rifiutato di iscriverla".

Il tema è complesso. Ci sono i genitori che non hanno effettuato la registrazione nei tempi corretti per distrazione o difficoltà economica, quelli che pensavano che il servizio si attivasse con la sola iscrizione a scuola o con i 10 pasti. E quelli che non si sono potuti iscrivere perché non in regola con i versamenti dell’anno scorso. "Basterebbe unire iscrizione scolastica e mensa con il diniego di chi non vuole usufruire del servizio – suggerisce Patrizia Vanacore –. Ovviamente abbinato al pagamento. Con qualche accorgimento tutto sarebbe più semplice. Come inserire in automatico l’iscrizione di chi ha anticipato i 10 pasti". 

Anche perché Vivenda, la società che ha in appalto la mensa, grazie al sistema dei primi pranzi non anticipa nemmeno i soldi delle prime forniture. Senza contare che nel contratto è previsto che il Comune eroghi un contributo se non viene raggiunto un numero minimo di iscrizioni. Tradotto: se i genitori decidessero di non iscrivere i figli, Vivenda sarebbe comunque pagata senza offrire il servizio. Chi si è iscritto in ritardo dovrà aspettare l’1 ottobre per mangiare in mensa. "Bisogna organizzare e ritarare il servizio: elenchi utenti, approvvigionamento delle derrate, diete speciali, analisi delle domande e degli Isee – risponde l’assessore all’Educazione Dania Perego –. Soddisfare tutte le richieste nuove comporta una penalità, che è appunto l’attesa". Lunedì il Movimento 5 Stelle aveva presentato sull’argomento un’interpellanza urgente in consiglio comunale. Che tuttavia non è stata nemmeno letta, perché tutto il tempo disponibile per le interrogazioni è stato occupato dalle comunicazioni della Giunta. "Creeremo un tavolo di lavoro con genitori, uffici, operatore per cercare nuove procedure che risolvino un problema che sorge ogni anno", annuncia il sindaco Angelo Rocchi.

laura.lana@ilgiorno.net