Anche la natura aiuterà la guarigione. Sta per sbocciare il green technopole

Sesto, nella futura Città della salute giardini e mobili in legno

Il rendering

Il rendering

Sesto San Giovanni (Milano), 29 novembre 2015 - Le camere da letto escono dal bordo dell’edificio, con finestre imponenti che diventano bolle ed entrano nello spazio verde. Un reparto intero è dedicato ai bambini: è la Pediatria, a sua volta verde nelle pareti, con i mobili in legno che riproducono alberi e farfalle. Gli orti, le serre e il resto della rigogliosa vegetazione, che si estende per 110mila metri quadri, sono tanto raso terra quando ad altezza di carrozzina.

È un green technopole quello firmato dall’architetto Mario Cucinella per Condotte d’Acqua che – insieme a Inso, Italiane Costruzioni e Prima Vera – si è aggiudicata l’appalto da 500 milioni per la Città della salute e della ricerca.

«Il disegno di Renzo Piano individuava già la struttura dell’ospedale e l’integrazione con il parco. Non avremo nulla da invidiare né agli inglesi né agli americani. Stiamo passando dall’era industriale a quella digitale e questo intervento lo rappresenta anche dal punto di vista fisico: dal metallo delle Falck alla fabbrica di ricerca». L’edificio arriva a quattro piani per 138mila metri quadri, 700 posti letto, 20mila metri quadri per la ricerca, 168 ambulatori e 24 sale operatorie.

«L'ospedale è concepito come una grande macchina tecnologica, ma al centro è la persona. Si guarda alla natura come un processo di guarigione. Ci sono cinque cortili che prendono spunto dal rapporto tra malattie, organi e piante: i giardini sono metafora della cura». Uno su tutti il «Giardino della pienezza», con le finestre a getto che guardano sullo spazio verde. «Abbiamo una grande strada pubblica. E, in mezzo ai blocchi dell’ospedale, i giardini tutti diversi, che marcano la distanza: è la passeggiata per accedere ai reparti e alle zone di cura». C’è poi la strada interna ai padiglioni. Con la farmacia, l’edicola, il commercio, le vetrate. E con un’agorà contemporanea con tanto di bosco.

«Non si entra in una reception ma in una grande piazza coperta, molto luminosa, dove si ritrovano le persone. Una piazza con il ristorante, il bar, l’accesso all’auditorium e il Cup. Un luogo di incontro e attesa». Con l’ascensore si sale su tre livelli, in una progressione che va dal naturale al tecnico con le zone dei colloqui medici fino alle camere. Il tutto rivestito da una facciata rossa arancio per un elemento di ricordo e grande memoria storica. Il rendering preliminare sarà sottoposto a verifica nella Conferenza dei servizi di dicembre.

Se non ci saranno problemi, Infrastrutture Lombarde potrà mettere il timbro di vincitore già a gennaio, prima del pronunciamento del Tar sul ricorso di Salini Impregilo, seconda classificata. «Siamo provvisori ma pensiamo di diventare definitivi – commenta Antonio Maria Parente, dirigente di Condotte – Siamo la società più antica d’Italia, abbiamo affrontato il progetto con serenità. Saremo qui per i prossimi 27 anni».