Cinisello, chieste quattro condanne per la passerella di viale Brianza

La Procura: "Attentato alla sicurezza dei trasporti"

Per i periti dell'accusa la struttura è stata mal costruita

Per i periti dell'accusa la struttura è stata mal costruita

Cinisello Balsamo, 19 maggio 2016 - Quattro condanne e un’assoluzione per la passerella ciclopedonale di viale Brianza. Le ha chieste ieri il pm monzese Franca Macchia al processo al Tribunale di Monza nato dalla denuncia dell’ex addetto alla sicurezza del cantiere Gennaro Ciliberto e che vede cinque imputati a vario titolo di attentato alla sicurezza dei trasporti e minacce.

Il pm ha chiesto 4 anni per Mario Vuolo, ritenuto amministratore di fatto della Carpenfer di Castellammare di Stabia che ha realizzato le opere metalliche; 9 mesi per suo figlio Pasquale; 2 anni e 3 mesi per il direttore di cantiere Alfio Cirami; un anno e mezzo di condanna per Ernesto Valiante, amministratore di Italsoa di Afragola, che aveva rilasciato le certificazioni affinché Carpenfer potesse prendere parte agli appalti pubblici nonostante Mario Vuolo fosse stato segnalato per presunti legami con la camorra della zona vesuviana.

Assoluzione chiesta invece per il direttore tecnico dei lavori Edmondo Troisi che, per la pubblica accusa, aveva un ruolo solo formale e nessun compito operativo. Secondo l'accusa la passerella era pericolosa perché, stando alla perizia tecnica fatta eseguire dalla Procura, i pezzi della struttura, plasmati a Castellammare di Stabia, una volta montati a Cinisello Balsamo non combaciavano. Agli operai sarebbe stato allora ordinato di riempire gli spazi vuoti con i tondini di ferro prima di assemblarli e saldarli.

Inoltre Pasquale Vuolo, 35 anni, il padre Mario e Alfio Cirami sono accusati di avere minacciato il denunciante Gennaro Ciliberto quando hanno saputo che si era recato dagli inquirenti a raccontare i retroscena della realizzazione della passerella. Ciliberto si è costituito parte civile al processo insieme alla committente dei lavori Anas e a Impregilo, che aveva messo in sicurezza la passerella dopo lo scandalo. Tutti hanno chiesto un risarcimento dei danni (quantificati solo da Impregilo in 120mila euro) oppure una provvisionale immediatamente esecutiva. Gli imputati negano le accuse e i loro difensori chiederanno l’assoluzione dopo le arringhe difensive previste per la prossima udienza del 26 maggio (giorno in cui però è previsto lo sciopero nazionale degli avvocati penalisti cui i legali hanno annunciato di aderire) o del 15 giugno.