La miss seviziata a Cinisello: "Fatemi vedere i militari che mi hanno salvata"

"Tornerò per testimoniare contro di lui, ma ora non riesco più a stare in questo Paese". Erano state queste le ultime parole pronunciate dalla miss di 23 anni sequestrata e torturata per mesi in un appartamento di Cinisello, prima di abbadonare l’Italia e ritornare in Svezia dai suoi genitori

I carabinieri in via XXV Aprile

I carabinieri in via XXV Aprile

Cinisello Balsamo (Milano), 10 maggio 2015 - "Tornerò per testimoniare contro di lui, ma ora non riesco più a stare in questo Paese". Erano state queste le ultime parole pronunciate dalla miss di 23 anni sequestrata e torturata per mesi in un appartamento di Cinisello, prima di abbadonare l’Italia e ritornare in Svezia dai suoi genitori. La modella ha mantenuto la parola. E nei prossimi giorni, probabilmente già domani, rientrerà a Milano per essere presente all’incidente probatorio disposto dal magistrato. Dalla Svezia la ragazza avrebbe anche espresso una richiesta: incontrare i carabinieri della stazione di Cinisello che l’hanno salvata. Un desiderio di ringraziare quei militari che, già prima di partire, aveva definito "i miei angeli custodi".

La modella era stata liberata il 23 marzo dalla prigione di Claudio Rossetto, 41enne sedicente agente di moda, che era arrivato persino a rasarle a zero i capelli e marchiarla con bruciature sul corpo per poterla sfigurare. Sei mesi di violenze inaudite all’interno delle mura domestiche. Picchiata, minacciata e segregata nella casa di via XXV Aprile da un uomo che l’aveva adescata su Facebook con la promessa di lanciarla nel mondo dello spettacolo.

Per poco più di due giorni, la miss era rimasta in un reparto dell’ospedale Bassini dove era stata curata e soprattutto supportata psicologicamente. Poi, nonostante il parere contrario dei medici, aveva firmato una dichiarazione di assunzione di responsabilità per essere dimessa e fare ritorno nel suo Paese. Tanta era la voglia di abbandonare l’incubo che la 23enne non aveva atteso nemmeno che venissero completati gli esami clinici.

Ora il ritorno in Italia per testimoniare contro l’uomo, arrestato dai carabinieri con l’accusa di averla sequestrata e violentata per 5 mesi e mezzo. Un lavoro certosino quello dei militari che in questi mesi hanno vagliato tutti gli elementi raccolti nella casa degli orrori: computer, carte, agende, oltre alle testimonianze di altre ragazze finite nella sua rete. Rossetto continuerà a stare in carcere fino al giudizio. Era uscito di galera a dicembre 2013, dopo aver scontato 5 dei 7 anni di condanna per sequestro di persona, percosse e violenze sessuali: nel 2008 aveva rapito una 18enne bielorussa, torturandola nel box dello stesso edificio.