La miss salvata abbraccia gli angeli custodi in divisa

Incontro privato nella stazione dei carabinieri di Cinisello

I militari in via XXV Aprile

I militari in via XXV Aprile

Cinisello Balsamo (Milano), 13 maggio 2015 - E' arrivata in Italia lunedì, accompagnata dal fidanzato e da alcuni parenti. Oggi dovrà affrontare il momento più delicato da quando è stata liberata: l’incidente probatorio. Ma prima di ogni cosa, la giovane miss svedese che per sei mesi era stata rapita e imprigionata in un appartamento di via XXV Aprile ha voluto reincontrare i carabinieri che l’hanno liberata e che da quel momento sono diventati i suoi angeli custodi. L’incontro, privatissimo, è avvenuto ieri mattina. Lei, evidentemente commossa. I militari della caserma di Cinisello emozionati perché coscienti di aver contribuito alla risoluzione di un incubo. La ragazza si è intrattenuta per alcuni minuti con i militari. Giusto il tempo di far conoscere anche ai parenti le divise alle quali lega il ritorno alla vita. Poi in un bar di piazza Gramsci, frequentato quando ancora ignorava il proprio destino, si è abbandonata alle lacrime.

Oggi la ragazza sarà in Tribunale, dove dovrà affrontare l’incidente probatorio. Un faccia a faccia con il carceriere in cui dovrà confermare le accuse. Non si esclude che i due non si guarderanno. Un séparé potrebbe evitare che, guardandolo negli occhi, la ragazza provi nuovamente quel terrore che nutriva durante la prigionia. La miss svedese, 23 anni, finalista in una recente edizione di Miss Universo, a settembre 2014 era arrivata a Cinisello dove si era invaghita di Claudio Rossetto, 42 anni, noto playboy cinisellese, con una precedente condanna per una vicenda analoga.

L’uomo aveva contattato la ragazza via Facebook mentre lei era in Puglia per un concorso di bellezza. Le aveva offerto un contratto da modella in una delle agenzie che millantava di possedere. Aveva iniziato una relazione che, dopo alcune settimane di passione e romanticismo, era precipitata nell’incubo di un sequestro di persona. Per sei mesi la ragazza ha vissuto in un appartamento, prigioniera più per una costrizione psicologica che fisica. La ragazza è stata segregata, picchiata, violentata e soprattuto umiliata in modo profondo, affinché non si ribellasse al carceriere.

Il 21 marzo i carabinieri sono intervenuti per sedare una lite nel condominio. Hanno compreso che qualcosa non andava e sono intervenuti prelevando la ragazza dall’alloggio e portandola in caserma, dove ha trovato la forza di confessare ciò che stava vivendo. Da quel momento Claudio Rossetto si trova in prigione.