Mazzette e regali ai poliziotti per il permesso di soggiorno: terzo agente nei guai

Indagato per corruzione un altro poliziotto dopo l'arresto di un ispettore e del vice. Secondo l'indagine le pratiche "aggiustate" sono una decina, altre 200 al vaglio

Il commissariato di Cinisello Balsamo

Il commissariato di Cinisello Balsamo

Cinisello Balsamo (Milano), 4 dicembre 2014 - C’è anche un terzo poliziotto indagato per corruzione nell’inchiesta della Procura di Monza sui permessi di soggiorno facili. Si tratta di un assistente in servizio, a sua volta, all’Ufficio Immigrazione del commissariato di Cinisello Balsamo, per cui non è stato chiesto dal pm Giulia Rizzo l’arresto come per i due colleghi, un ispettore capo di 48 anni (responsabile dell’Ufficio Immigrazione) e un assistente capo di 47 anni.

Perché la posizione del terzo indagato, secondo l’accusa, sarebbe meno pesante di quella dei suoi superiori, che ricevevano il mediatore (Mohamed Lofti Abdel Aziz Nassar, egiziano di 42 anni, proprietario di due macellerie al confine tra Cinisello e Monza) e i corruttori, gli stranieri che per ottenere il permesso di soggiorno pagavano 500 euro più un regalo, un cellulare, una penna o un orologio. Anzi, con l’intermediario egiziano l’ispettore capo aveva instaurato proprio un rapporto di amicizia e frequentazione che andava al di là della corsia preferenziale al commissariato per «aggiustare» le pratiche con le finte attestazioni di lavoro. I due si vedevano anche fuori dall’orario di servizio del poliziotto e uscivano insieme con i rispettivi familiari per cene e appuntamenti di svago. Già dal giorno degli arresti eseguiti dalla Squadra Mobile della Questura di Milano, con le conseguenti perquisizioni (uno degli stranieri indagati è stato arrestato perché trovato in possesso di cocaina), il pubblico ministero ha iniziato a sentire diverse persone a conoscenza dei fatti che avrebbero fornito riscontri alle ipotesi accusatorie.

L’assistente capo della polizia ha invece rilasciato al magistrato una lunga serie di spontanee dichiarazioni, ritenute molto interessanti dagli inquirenti e ora si attende di scoprire se la stessa versione dei fatti verrà da lui ribadita negli interrogatori di garanzia da parte del gip monzese Alfredo De Lillo (firmatario delle 23 ordinanze di custodia cautelare, delle quali 8 in carcere, 5 ai domiciliari, 10 con obbligo di firma, tra cui 8 italiani che avrebbero firmato finte attestazioni di lavoro per extracomunitari in cerca di permesso e tutti gli altri stranieri) che dovrebbero partire già tra oggi e domani. Quello dei permessi di soggiorno facili al commissariato di polizia di Cinisello Balsamo era diventato, secondo la Procura monzese, un vero e proprio «sistema» di cui si era già sparsa la voce anche nel resto dell’hinterland milanese. Fino ad ora le pratiche «aggiustate» sarebbero una decina, ma ce ne sono almeno altre duecento da analizzare. E non è escluso che l’inchiesta possa allargarsi ad altri commissariati. [email protected]