Cinisello, l’ultima macelleria di Balsamo chiude i battenti

Lo stop dopo 35 anni di attività. Il titolare: "Il commercio è cambiato"

Gabriele Arduini ha deciso di chiudere il negozio di via San Martino

Gabriele Arduini ha deciso di chiudere il negozio di via San Martino

Cinisello Balsamo (Milano), 29 maggio 2016 - Da domani a Balsamo mancherà un pezzetto della sua comunità e della sua storia. Chiude, infatti, l’ultima macelleria: il vecchio banco delle carni di via San Martino che per generazioni è stato della famiglia Arduini. Ad annunciare la cessazione dell’attività è Gabriele Arduini, ultimo rappresentante di una generazione di macellai che era cominciata con suo nonno Angelo Bellini e che per 35 anni ha servito le famiglie di Balsamo. Senza troppi giri di parole, Gabriele, che oggi ha 46 anni e almeno 23 trascorsi dietro a quel bancone che si affaccia su piazza Italia, racconta che non c’è più spazio per una macelleria in città.

"Possiamo raccontarci che è colpa della crisi, o della Mucca Pazza, o ancora del fatto che oggi si mangia meno carne - spiega -, ma la verità è che è cambiato il commercio. Oggi la carne e i salumi si comprano abitualmente al supermercato, dove c’è più offerta e qualche sconto. Ci si ricorda del macellaio di fiducia solamente in occasione delle feste e quando si deve fare bella figura con gli ospiti. Ma non possiamo vivere di questo". Non è un caso che a Balsamo oggi sopravvivano solamente due macellerie islamiche. Gabriele è rimasto fedele fino all’ultimo alla sua missione, ossia offrire prodotti di qualità: "Le carni le abbiamo sempre comprate dallo zio che ha gli allevamenti nella Bergamasca - racconta -, ma la garanzia di qualità non basta. Senza essere ipocriti, anche noi in famiglia compriamo la frutta al supermercato. Questo mi ha imposto una riflessione e così ho deciso di chiudere l’attività che mi era stata affidata da mio nonno e da mio zio e nella quale ho vissuto fin dai tempi delle scuole elementari".

E non si può nemmeno dire che Gabriele non sia stato attento e accogliente, perché la sua clientela più fedele, le donne del quartiere, si commuovono e non vorrebbero mai lasciarlo andare via. "È la cosa che mi spiace di più, lasciare le mie clienti abituali, ma l’idea di lavorare 14 ore al giorno per non avere garanzia di uno stipendio pieno, mi costringe a questa scelta". A 46 anni, con una grande esperienza nel settore delle carni, Gabriele dovrà cercare un nuovo lavoro. "Per fortuna la mia è una professione ricercata - dice -. Probabilmente continuerò a rimanere nel settore, ma almeno mi scaricherò del peso di dove gestire un’impresa".