Sesto, centro disabili ai privati: "Così garantiremo più posti"

Intervista all'assessore Roberta Perego sulle ragioni di una scelta contestata

Roberta Perego risponde a timori e polemiche dei dipendenti del Cdd sestese

Roberta Perego risponde a timori e polemiche dei dipendenti del Cdd sestese

Sesto San Giovanni (Milano), 29 maggio 2015 - "Non vogliamo fare cassa sulla disabilità. L’anno scorso abbiamo aumentato la spesa per i centri estivi di 300mila euro, oltre 210mila vanno per gli inserimenti fuori Sesto, abbiamo adeguato il regolamento per il trasporto. Siamo tra i 5 Comuni lombardi che hanno la spesa socio-educativa più alta: 192 euro pro capite, di cui solo 50 euro per l’educazione". Rigetta così le accuse Roberta Perego, assessore Pd ai Servizi Sociali e all’Educazione, che ieri ha incontrato le famiglie degli utenti del Cdd e mercoledì vedrà i lavoratori. Eppure la proposta è di esternalizzare il centro. "Ci troviamo nella condizione di avere un servizio ma non riuscire a saturarlo. Siamo accreditati per 60 posti e ne abbiamo 8 liberi. Mancano minutaggi per poter accogliere utenti e non possiamo aumentare la spesa del personale".

L’amministrazione ha sempre sposato l’equazione ‘Pubblico uguale qualità’. Cos’è cambiato? "Se così fosse, dovremmo allarmarci: significa che stiamo costringendo le famiglie nei Cdd fuori Sesto a un servizio peggiore e, quindi, dobbiamo rimediare. È ovvio che la scelta è delicata e comporta dei rischi. Sarà importante l’esercizio di controllo prima, durante e dopo: con le linee di indirizzo per la costruzione del bando, la distinzione delle funzioni e le verifiche sul servizio. Non è una privatizzazione: non vendiamo. Non gestiremo il centro, ma il controllo rimane in capo all’ente".

Perché partire dal Cdd senza un piano organico su tutti i servizi, per verificarne sostenibilità e aderenza ai bisogni? "In verità abbiamo iniziato in estate con la riorganizzazione dei nidi. Il faro sul Cdd è stato puntato l’anno scorso in sede di bilancio di previsione, perché l’elenco delle richieste di inserimento ha obbligato una variazione di spesa. Il trend è in aumento: da settembre abbiamo 11 nuove domande. E il servizio, così com’è, non riesce a dare tutte le risposte".

Milano ha preso personale esterno previo accordo con Asl... "Le gestioni miste sono da studiare. Ma un bando porterebbe all’aumento di spesa. Il servizio costa 1,2 milioni: 458mila euro sono i contributi di Regione e 62mila delle rette, il resto lo eroga il Comune".

La struttura è rigida, ma perché non tentare una riorganizzazione delle figure? "Inglobando le 2 coordinatrici nei minutaggi si arriverebbe a 56 utenti delle classi di gravità minore. Le 2 psicologhe non sono del Cdd: sono assunte anche per il servizio minori e anziani. La rotazione con le educatrici dei nidi, ci lascerebbe scoperti agli asili".

Il Cdd aprirà la stagione delle esternalizzazioni? "La gestione dei nidi resta diretta. Non è un servizio socio-sanitario, che ha vincoli stringenti".