Il pranzo sospeso a Bresso è realtà: al Filo di Aurora

Raccolti duemila euro di "fondi" e in 50 hanno già avuto un pasto gratis

Emanuela Desanti gestisce il bistrot che  unisce cibo e altruismo

Emanuela Desanti gestisce il bistrot che unisce cibo e altruismo

Bresso (Milano), 18 luglio 2015 - Prendi un aperitivo, un caffè o un gustoso piatto e lasci pagato un pranzo per chi è meno fortunato e non può permetterselo. Al colorato bistrot sociale "Il filo di Aurora" di via Bologna 9 l’antica tradizione napoletana del "caffè sospeso", vale a dire "ne bevo uno e ne pago 2", è diventata una nuova forma di solidarietà: in questo caso, non si tratta più di un caffè ma di un vero e proprio "Piatto sospeso". Grazie a questo progetto, gli abituali frequentatori del bar e i clienti del locale possono offrire un contribuito economico per il "Fondo di piatti sospesi", che potranno essere consumati da persone in difficoltà. Un’idea che a Milano è appensa stata sposata da chef stellati ma che a Bresso è già realtà. Terminato il drink o finita la cena, si decide il «piatto» da lasciare, scegliendolo – per esempio - tra quello della gola (2 euro), dei carboidrati (5 euro) e del pasto completo (10 euro) presenti nel volantino sopra i coperti.

Ogni piatto sospeso ha il suo scontrino: il "Fondo" è arrivato a 2mila euro, mentre sono 50 le persone che hanno già beneficiato del pranzo completo da 10 euro.  "Questo progetto è realizzato in collaborazione con i Servizi sociali del Comune di Bresso e con la Caritas del territorio - sottolinea Emanuela Desanti responsabile de Il Filo di Aurora - che ci segnalano le famiglie che possono beneficiare dei piatti sospesi. Siamo partiti a dicembre 2014. L’impatto è stato buono. Posso dire che il cibo unisce e aiuta le persone. Sono soddisfatta delle somma raccolta finora".

Tra le mani Desanti mostra i tanti "scontrini della solidarietà", che diventeranno ben presto altri piatti: "Raccogliamo gli scontrini e li sommiamo, facendoli diventare l’equivalente di un pranzo completo. – continua Desanti – È una sfida importante. La crisi si combatte anche così. Un gruppo di persone di una multinazionale ha cenato da noi per 300 euro e ha lasciato la stessa somma per il progetto. Sono commossa e contenta".

Il bistrot "Il Filo di Aurora" ha spento pochi giorni fa la sua prima candelina. Dopo un periodo di chiusura, il ristorante è tornato a rivivere nel luglio del 2014 grazie alla Cooperativa sociale lotta contro l’emarginazione di Sesto San Giovanni: "Il Filo di Aurora sta diventando un punto di riferimento e uno spazio di aggregazione nel quartiere. – conclude Desanti – È per bambini, giovani e anziani. Sono soddisfatta anche per quest’altra sfida aperta a Bresso. Lavorano al bistrot 9 persone, anche con tirocini lavorativi di persone appartenenti a fasce deboli. In questo nostro primo anno di vita abbiamo proposto 33 eventi; tra questi, aperitivi e merende in lingua inglese per bambini".