Bresso: un tuffo nel nuovo lago, ma ora non è balneabile

All’assalto (rischioso) dell’oasi nel Parco Nord

Il cartello indica la non balneabilità ma la voglia di un bagno e di una rinfrescata è fortissima

Il cartello indica la non balneabilità ma la voglia di un bagno e di una rinfrescata è fortissima

Bresso (Milano), 24 giugno 2015 - "E' così bello che appena lo vedi ti viene la voglia di tuffarti". Non ha dubbi l’anziano signore che lunedì ha trascorso il pomeriggio passeggiando avanti e indietro con i piedi immersi nell’acqua del bagnasciuga del nuovo lago del Parco Nord. Intorno a lui, almeno una decina di ragazzini aveva già realizzato il desiderio: un tuffo nel lago che, immerso nella cornice verde del parco, appare come una vera oasi naturale. Nell’ultimo weekend le aree tra via Ornato e via Moro, al confine tra Bresso e Milano, sono state le più gettonate. Quel bacino ampio come un lago di montagna, con i suoi 21mila metri di estensione e i 60mila metri cubi di acque limpide provenienti dal canale Villoresi, appare come un miraggio nel panorama urbano. Eppure, entusiasmo e spirito di libertà rischiano di infrangersi contro le regole. I cartelli, affissi da pochi giorni dalla società di Gestione Parco Nord lo dicono chiaramente: "Acque non balneabili". Il che, pur non essendo un chiaro divieto, indica che in quelle acque il bagno non lo si può fare.

I motivi sono parecchi, e investono da vicino il Parco, in quanto "responsabile" di quest’opera nata principalmente per fini naturalistici, ma realizzata secondo un progetto che non nasconde la vocazione sportiva e ricreativa. Il primo è di ordine igienico: le acque arrivano dal Villoresi seguendo un percorso che dovrebbe garantire l’assenza di inquinanti particolarmente pericolosi. Il condizionale però è d’obbligo, per questo il Parco Nord ha commissionato analisi chimiche e batteriologiche per avere un quadro chiaro della qualità. Fino a quel momento, anche volendo, il parco non potrebbe assecondare la balneabilità. Esiste poi un problema legato alla sicurezza. Il Parco Nord potrebbe limitare le sue responsabilità seguendo una normativa che consente di classificare il lago come "acque non controllate".

"Ma crediamo sia necessario assumere una decisione certa che chiarisca i limiti di utilizzo - confessa il presidente Giuseppe Manni -. Se verifichiamo che le acque oanon sono balneabili, allora dobbiamo intervenire con un divieto che va fatto rispettare. Se invece la struttura è utilizzabile, alloravanno trovate le modalità per presidiarla con ausili di sicurezza". Non si esclude l’utilizzo di bagnini o quanto meno una sorveglianza con base nel chiosco di servizio in fase di completamento. Il Parco si è dato 10 giorni per assumere delle decisioni. Tra le ipotesi anche quella che venga reso accessibile solamente il bagnasciuga sul lato Nord, delimitato con una serie di boe dove l’acqua è più profonda.