Milano-Seregno, cantieri in stallo. La burocrazia blocca la nuova tranvia

Lavori ancora fermi sulla linea che attraversa Bresso, Cusano e Paderno

Il cantiere è ancora fermo

Il cantiere è ancora fermo

Bresso (Milano), 23 agosto 2015 - I finanziamenti ci sono tutti. Fino all’ultimo euro. I progetti sono stati ormai limati e adattati alle richieste dei singoli territori. Anche le gare d’appalto sono state ormai espletate, tanto che un paio d’anni fa, in pieno clima di campagna elettorale, qualcuno pensò di aprire "fittiziamente" il cantiere al confine tra Paderno Dugnano e Nova Milanese. C’è solo un banale atto burocratico a impedire l’avvio dei cantieri per la tranvia Milano-Seregno, chiamata a sostituire il vecchio «trenino» che attraversa il centro di Bresso e di Cusano per raggiungere Desio attraverso Paderno Dugnano. Per dare il via ai lavori si attende che il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) dia il benestare al passaggio di competenze tra la Città Metropolitana (che aveva ereditato le competenze dalla vecchia Provincia di Milano) e il Provveditorato alle Opere Pubbliche che dovrebbe occuparsi di portare a termine l’intervento. Una firma su un atto che doveva arrivare entro il 15 luglio scorso e che invece, per la solita lentezza della politica, è nuovamente slittata a dopo l’estate. I lavori, dunque, sono ancora fermi a causa di un inceppamento interministeriale che potrebbe essere sciolto entro la prima metà di settembre. Il condizionale è d’obbligo, perché dopo i numerosi rinvii, nessuno se la sente più di prendere impegni. Nemmeno la consigliera delegata alla Mobilità della Città Metropolitana, Arianna Censi, che da mesi sta seguendo intensamente questo progetto con l’obiettivo di portarlo alla realizzazione.

"L'intervento è stato confermato da tutti - spiega -. Doveva partire già prima della pausa estiva, ma questo passaggio amministrativo lo tiene ancora bloccato. Purtroppo si tratta di un atto indispensabile. Ad oggi, secondo le regole, Città Metropolitana non sarebbe in grado di garantire il costante flusso di pagamenti alle imprese. Dunque rischieremmo di trovarci di fronte a ritardi e sospensioni che su un intervento così complesso e delicato non sono tollerabili. Dunque, a tutti i livelli si è concordato di passare la committenza al Provveditorato alle Opere Pubbliche che invece è in grado di supportare i flussi finanziari necessari". Per riqualificare i 14,2 chilometri di rotaie (25 fermate previste) sono necessari circa 215 milioni di euro, secondo i parametri stabiliti nel 2013 in occasione della gara d’appalto assegnata alla Cooperativa Muratori e Cementisti (Cmc) di Ravenna. Tuttavia il ritardo nell’avvio dei lavori per la Censi non rappresenta un problema.

"Abbiamo eseguito una verifica dei costi e sono piuttosto stabili", ammette. Invece la vera emergenza per la consigliera delegata è rappresentata dai tempi. Che sarebbero serratissimi. "Se vogliamo cogliere l’opportunità di partire quest’anno, dobbiamo poterlo fare entro il mese di settembre - afferma -. Il primo cantiere riguarda l’eliminazione delle interferenze, ossia condotte di acqua, gas, elettricità e utenze varie che passano nel sottosuolo interessato dai lavori. Entro la metà di ottobre devono essere realizzati i lavori di tutti gli impianti che servono per riscaldare le case, altrimenti si rischia di lasciare al freddo interi quartieri". Se il Cipe delibererà in settembre, sarà una corsa contro il tempo.