Allarme speculatori a Bresso: ecco perché rischia di sparire l’aeroclub più antico d’Italia

Interrogazione ai Trasporti sul futuro dello scalo di Valentina Bertuccio D'Angelo

Aeroporto di Bresso (Spf)

Aeroporto di Bresso (Spf)

Bresso (Milano), 27 luglio 2014 - A vederlo da fuori, così bucolico, immerso in quel miracolo verde è il Parco Nord, nessuno immaginerebbe la guerra che lo agita. Eppure l’aeroporto di Bresso ormai da mesi è al centro di una bufera. Complicato delinearne i contorni, quel che è certo è che ha scavalcato i confini locali ed è approdata a Roma. E non è la prima volta. Nei giorni scorsi infatti il senatore Pd Franco Mirabelli, membro della commissione Ambiente di Palazzo Madama, ha presentato un’interrogazione al ministro delle Infrastrutture e Trasporti proprio sullo scalo di via Gramsci.

Il senatore chiede lumi sulla decisione presa nei giorni scorsi dalla direzione di Linate (competente anche per Bresso) di annullare il provvedimento con cui, nel dicembre 2013, preaccettava il rinnovo delle concessioni all’Aeroclub Milano, il più antico d’Italia, presente a Bresso fin dal 1960, e di rimettere tutto in discussione con una procedura pubblica per la riassegnazione degli spazi. «Questa notizia ha suscitato preoccupazione in chi, associazioni ed enti locali — si legge nell’ordinanza — teme che possa essere ripristinato in vista di Expo il progetto di hub elicotteristico». Per questo Mirabelli chiede al Ministro di «garantire che il bando di gara non conceda la realizzazione di opere aggiuntive» e soprattutto se «condivida la necessità di Enac di mettere a gara la gestione del campo volo, interrompendo la procedura per rinnovare le concessioni a Aeroclub Milano».

Ed è qui che si inserisce l’altra tappa capitolina dell’affaire-Bresso. Perché il nodo delle concessioni è ben più intricato di quanto emerga dall’ordinanza, tanto da finire sul tavolo della magistratura (anche se le indagini non si sono ancora chiuse). A giugno le Fiamme Gialle hanno fatto visita alla direzione generale di Enac a Roma. A dire o fare cosa, non si sa. Si sa che però l’argomento trattato col direttore Alessio Quaranta era proprio la gestione delle concessioni. Hangar, uffici e gli altri spazi demaniali, finora dati quasi in via esclusiva ( e con uno sconto del 10 per cento) a quello che fino a qualche tempo fa era l’unico soggetto presente, fanno gola ad altri operatori: all’Aeroclub Bresso, fondato da un pugno di soci fuoriusciti sul finire del 2012 dal più antico sodalizio e da allora in guerra aperta, cordialmente ricambiata, con gli ex amici. Ma anche piccole e piccolissime società interessate a volare e far volare.

Tutti questi soggetti nei mesi scorsi hanno, da un lato presentato esposti in Procura, dall’altro sollecitato l’emissione di un bando pubblico, considerato che quasi tutte le concessioni sono scadute. Da qui, il provvedimento Enac. E però, c’è un però. C’è chi vede in questo ultimo atto, che rischia di spodestare il blasonato club, l’ombra di speculatori intenzionati a snaturare lo scalo. Questa, per esempio, è la lettura data da Aeroclub Milano a un altro provvedimento urgente preso il 2 luglio dalla stessa direzione di Linate: chiusura immediata dell’aeroporto per irregolarità nel servizio antincendio, sanate otto giorni dopo. Anche i Comuni vicini (Bresso, Sesto e Cinisello) sono preoccupati e hanno organizzato per domani una conferenza stampa perché «il futuro dell’aeroporto di Bresso non si decida ad agosto».