Nuove specie animali al Parco Nord, ma non è sempre una buona notizia

Il delicato equilibrio tra vecchi e nuovi inquilini. La natura, quella vera e selvaggia, sta progressivamente prendendo il sopravvento su quella “natura artificiale” che con fatica è stata riportata tra i palazzi e le fabbriche del Nordmilano di Rosario Palazzolo

Animali al Parco Nord (Spf)

Animali al Parco Nord (Spf)

Sesto San Giovanni (Milano), 18 agosto 2014 - Troppa natura può creare qualche problema al Parco Nord Milano. Alle moltissime persone che in ogni periodo dell’anno frequentano il polmone verde regionale, spesso sfugge il fatto che questo parco non è nato da una porzione di natura, inspiegabilmente sottratta alla cementificazione, ma è invece il frutto di un progetto di riequilibrio territoriale compiuto nel tempo. Oggi, a quarant’anni dalla sua nascita ufficiale, questa riserva verde sta superando ogni più rosea aspettativa. La natura, quella vera e selvaggia, sta progressivamente prendendo il sopravvento su quella “natura artificiale” che con fatica è stata riportata tra i palazzi e le fabbriche del Nordmilano. E, qualche volta, la spinta della natura sul delicato processo di “rinaturalizzazione forzata” imposto dall’uomo, rischia di mettere in pericolo un ecosistema ancora giovane e limitato. Accade in queste settimane che ad essere messi a rischio siano i pesci, presenti naturalmente nel parco grazie a un curioso percorso che li ha portati fin qui dalle acque del fiume Ticino. Esemplari come i lucci, le alborelle e le carpe si sono diffusi negli specchi d’acqua del Parco Nord grazie a una complessa rete idrica che preleva l’acqua dal Ticino, la trasporta fino a Milano attraverso il canale Villoresi e poi la spinge fino al parco grazie a una condotta sotterranea che attraversa il sottosuolo di Cinisello. Da questi canali non passa solo acqua, ma anche pesci di piccola taglia che, una volta arrivati nel parco, crescono e proliferano. Tra loro, negli ultimi mesi, sono stati avvistati dalle Guardie ecologiche volontarie anche alcuni esemplari di pesce gatto africano. Una specie evidentemente non autoctona, che si nutre di altri pesci e che rischia di gettare scompiglio nel delicato ecosistema ittico del parco.

Secondo le guardie vi sarebbero almeno due esemplari di pesce gatto nel laghetto che sorge a Nord del Parco, accanto a via Per Bresso. Pesci che hanno già raggiunto un peso di oltre tre chili e che potrebbero diventare pericolosi per la sussistenza degli altri animali. «Stiamo valutando il da farsi - spiega il comandante delle Gev, Mino Capelloni -. La presenza di nuove specie nel parco viene osservata costantemente e guardata con soddisfazione, perché generalmente rappresenta un arricchimento della biodiversità presente nel Nordmilano. Tuttavia, in alcuni casi, si tratta di specie non autoctone che rischiano di rompere i delicati equilibri esistenti. Un problema che stiamo vivendo già da alcuni anni con la presenza dei gamberi della Louisiana, che stanno infestando i nostri canali». L’acqua è l’ultimo tra gli elementi naturali reinseriti al Parco Nord. Tra pochi mesi, nella parte milanese, saranno inaugurati tre grandi laghi che saranno alimentati con le acque del Ticino e che potrebbero amplificare questi problemi.

rosario.palazzolo@ilgiorno.net