Sesto, l'azienda "Allegri Cesare" diventa un modello: "Qui nessuno è mai stato licenziato"

Valorizzare le imprese che hanno combattuto contro la crisi è l'obiettivo della Uilm

I fratelli Claudio e Massimo Allegri portano avanti l'attività

I fratelli Claudio e Massimo Allegri portano avanti l'attività

Sesto San Giovanni (Milano), 29 aprile 2016 - Con la crisi che ha messo a repentaglio centinaia di posti di lavoro nel settore metalmeccanico - colpendo anche colossi come Abb, Alstom e General Electric - è ancora più importante stringersi attorno alle aziende, pur medie o piccole, impegnate a traghettare le loro produzioni fuori dal tunnel, con un uso intelligente degli ammortizzatori sociali. Ne è convinta la Uilm, che ieri mattina ha fatto visita alla "Allegri Cesare spa" di via Venezia. Obiettivo: valorizzare quegli esempi positivi che, pur tra mille difficoltà, possono far scuola. "Questa è un’azienda che non ha mai licenziato nessuno, dove tutti hanno cercato di fare la propria parte per affrontare i cali di produzione, sperimentando anche accordi innovativi, come l’orario plurisettimanale, e periodi limitati di cassa integrazione a rotazione" rimarca Francesco Caruso, segretario Uilm. Con i suoi cinquanta dipendenti, la Allegri Cesare si è ritagliata una fetta di mercato in un settore di nicchia come quello dei raccordi e dei tubi in teflon per moto e "supercar". Tra i suoi clienti storici: Ducati, Piaggio, Lamborghini e Ferrari.

"Il settanta per cento del fatturato è legato al settore automotive - spiega Claudio Allegri, che porta avanti l’azienda insieme al fratello Massimo -. Produciamo tubi freno, tubi benzina e tubi olio. Il trenta per cento invece riguarda l’industria chimica, farmaceutica, alimentare e cosmetica". L’azienda, fondata dal padre Cesare 65 anni fa, ha conosciuto la crisi nel 2009. "Fino ad allora, mai avuto presenze sindacali - racconta Claudio Allegri -. È crollato il fatturato, per la prima volta abbiamo fatto ricorso alla cassa integrazione". Un provvedimento che ciclicamente ritorna, un paio di mesi all’anno. "Abbiamo trovato un sindacato equilibrato, anche se non è stato facile gestire le difficoltà - prosegue -. La flessibilità è un tabù, ma dovevamo cercare di far fronte ai picchi stagionali: lavorare di più quando arrivano gli ordini, ricorrendo agli straordinari, meno in altri periodi". L’azienda ha introdotto, a fatica, i sabati lavorativi. "Bisogna dare atto che quando ha dovuto fare ricorso alla cassa integrazione, non l’ha mai usata in modo discriminatorio" ammette Caruso. Mai mobilità: "Per noi è un problema etico - sottolinea Allegri -. Abbiamo ridotto l’uso degli interinali, certo. Ma in tutta la nostra storia non abbiamo mai lasciato a casa nessuno".