Gare pubbliche ignorate e guadagni illeciti: aeroporto di Bresso nella bufera

Ora la Procura vuole vederci chiaro sulla concessione scaduta di Valentina Bertuccio D'Angelo

Aeroporto di Bresso (Spf)

Aeroporto di Bresso (Spf)

Milano, 30 luglio 2014 - Ormai non è più solo un braccio di ferro tra ricchi e annoiati aviatori. E forse non lo è mai stato. Con le perquisizioni a casa e negli uffici e con i primi avvisi di garanzia la guerra dei cieli all’aeroporto di Bresso si è fatta dannatamente seria: nel registro degli indagati sono finiti l’ingegner Riccardo Perrone, fino a marzo direttore dell’aeroporto di Milano e oggi alla Direzione operazioni Nord di Enac, e l’avvocato Paolo Franzo, presidente dello storico Aeroclub Milano. Complementari le ipotesi di reato: al primo si contesta l’omessa indizione di gare pubbliche per l’assegnazione degli spazi dello scalo immerso nel verde del Parco Nord; al secondo eventuali guadagni illeciti conseguenti ad assegnazioni non regolari. 

Il nodo, dunque, sono e restano le concessioni, anche se tutta l’indagine della Procura di Milano è partita un anno e quattro mesi fa da un banale (ma non troppo) fatto di cronaca nera: un blitz vandalico notturno che distrusse quattro aerei. Concessioni scadute e mai rinnovate, quelle dell’AeC Milano. O meglio: un tentativo da parte di Enac di rinnovarle passando per una bizzarra procedura di preaccettazione c’era anche stato, ma due settimane fa — dopo che sulla vicenda si erano sprecati esposti e si erano accesi i fari della magistratura — la nuova direttrice di Linate Monica Piccirillo aveva stoppato tutto. Annullata la preaccettazione, la direzione di Linate si appresta ora a indire una gara pubblica. Si tratta di mettere a bando 5.000 metri quadrati di hangar, e poi bar e uffici: tutto demanio pubblico, per un valore annuo del canone di mezzo milione di euro. Per approfondire come e perché al prestigioso sodalizio sia stato consentito di operare in viale Gramsci oltre i termini (l’ultima concessione è scaduta un anno fa, quando lo stesso Perrone aveva ordinato lo sgombero immediato degli aerei) e pagando canoni scontati del 90 per cento, ieri dalle 8.30 e fino a pomeriggio inoltrato Guardia di finanza e polizia hanno passato al setaccio gli uffici dell’Aeroclub Milano.

Gli agenti hanno fotografato, letto, sequestrato. Due auto delle fiamme gialle piene di documenti sui sedili e nel baule hanno lasciato il cortile alle 15.30, mentre il lavoro della Digos proseguiva nell’ufficio del presidente Franzo. E non è detto che l’elenco degli indagati si fermi a due nomi, nonostante il gioco del rimpallo delle responsabilità sia partito da tempo.  «Non commento cose che non conosco bene», si è limitato a dire l’avvocato, che ieri non era in aeroclub. «Dimostrerò che ho fatto ciò che dovevo nel modo migliore possibile — ha replicato invece Perrone —. Sono rimasto intrappolato in un vortice, ora devo dimostrare che sono estraneo a tutta questa faccenda. È solo che sono seccature».

valentina.bertuccio@ilgiorno.net