Finto agente di modelle promette lavoro e poi le violenta: arrestato

La promessa di un lavoro come modella era solo un inganno per ottenere prestazioni sessuali

Violenza sessuale (Germogli)

Violenza sessuale (Germogli)

Milano, 16 febbraio 2016 -  Si fingeva titolare di un'agenzia per modelle e proponeva lavori in cambio di sesso. In realtà era un senzatetto 43enne con una serie di precedenti che ingannava le malcapitate. E' stato arrestato dagli agenti del commissariato di Monza per violenze sessuali. Le indagini sono state avviate a novembre e coordinate dalla procura della Repubblica di Monza. Una donna aveva denunciato una violenza sessuale subita a Sesto San Giovanni. I successivi accertamenti hanno consentito di riscontrare alcune analogie significative che hanno indotto gli agenti a ritenere che l'autore della violenza potesse essere il presunto responsabile di un altro episodio commesso nel 2014, sempre a Sesto, e per il quale il commissariato di Monza aveva svolto un'attività d'indagine, identificandone l'autore risultato poi irreperibile. Entrambe le donne sono 40enni italiane.

Nei due casi, L.C., presunto responsabile delle violenze, ha adottato lo stesso modus operandi. Avvicinava le potenziali vittime millantando di essere il titolare di un'agenzia di modelle, quindi offriva loro un'opportunità di lavoro subordinata però a rapporti sessuali. Una volta carpita la fiducia, studiandone la personalità, invece di condurle nel promesso studio dell'agenzia, portava le vittime in luoghi abbandonati per consumare le violenze, una volta in un campo all'aperto, l'altra in un cantiere edile.

Il disoccupato era già noto per una serie di precedenti per minacce, circonvenzione di incapace e stalking. In passato, dopo la morte della madre, aveva tolto con l'inganno ogni risorsa economica alla sorella non vedente. L'uomo è stato arrestato a Milano mentre era a pranzo in una mensa per poveri e senza tetto. Viveva ai margini della società e da qualche tempo aveva occupato una cantina di un palazzo milanese dove dormiva sul pavimento. Nonostante le sue condizioni sapeva presentarsi come professionista del mondo dello spettacolo e diceva di chiamarsi "Gianluca" carpendo la fiducia di donne in difficoltà o in fragile situazione psicologica, nel primo caso con un "aggancio" su Facebook, nel secondo per strada in corso Buenos Aires.