Marco Cocci: "Ovosodo? Sono rimasto appiccicato al personaggio ma ora penso a suonare"

L'attore, giurato al San Marino Film Festival, presenta il suo Trio Alcolemico (VIDEO)

Marco Cocci, giurato al San Marino Film Festival

Marco Cocci, giurato al San Marino Film Festival

San Marino, 30 ottobre 2014 - “Non è tanto Tommaso Paladini che è rimasto appiccicato a me. Sono io che sono rimasto appiccicato a lui”. Sono passati 17 anni da Ovosodo e Marco Cocci, prima musicista e poi attore come dice lui, ha segnato con quel personaggio l’immaginario di una generazione: “A 20 anni non ero così str… come quel personaggio. Virzì fu bravo a portate all’esasperazione certi lati del mio carattere. Adesso sono sempre una capa matta, ma con coscienza”. Il protagonista de “L’ultimo bacio” e “Commediasexi” è in giuria per il Concorso Ufficiale al San Marino Film Festival (VIDEO). E stasera accenderà il Palazzo del Cinema di Serravalle con l’esibizione, rigorosamente acustica, del Trio Alcolemico più batterista sobrio. Dalle ore 23, al Palace Hotel, Cocci salirà sul palco con Simone Pascarella e Donald Renda. “Abbiamo anche la versione elettrica, amiamo in quel caso farci chiamare “Bruno”. Adoro essere in un gruppo, mi trovo benissimo soltanto suonando insieme ad amici” spiega seduto nella lounge del Festival.

Siete una naturale evoluzione dei Malfunk?

“Non proprio, suono con questi musicisti da 10 anni ma nessuno di loro era nei Malfunk. Faremo canzoni nostre, qualche pezzo dei Malfunk e alcune cover. Soprattutto dai Pearl Jam e da George Harrison, il Beatle che amiamo di più. In più cercheremo di interagire col pubblico con qualche momento di cabaret. Insomma, vi aspettiamo”.

Quando un disco in studio?

“Abbiamo un album pronto. Dobbiamo soltanto trovare il tempo per andare a registrarlo. La mia idea è quello di renderlo subito disponibile gratis su internet. Non mi interessa il ritorno economico. Vorrei soltanto invitare le persone a vederci suonare dal vivo. E’ la nostra dimensione naturale”.

Cosa ne pensa dell’attuale mercato discografico italiano?

“Vedo tantissimo rap in ascesa. Ci sono molte cose buone, come Salmo ad esempio. Altre meno. Adesso tira questo e mi sembra anche giusto. Ma bisogna a volte anche ricordarsi di fermarsi. Stare fermi per trasmettere qualcosa a chi ti ascolta. E’ fondamentale. Spesso vedo troppo caos, troppa sovraesposizione”.

E dei talent cosa pensa?

“Guardo pochissimo la tv”.

La rivedremo presto al cinema?

“A fine novembre sarò a New York per girare “Spiral” di Orazio Guarino. E’ una bella avventura, con me ci sono tanti attori debuttanti tra i 20 e i 30 anni. Pochi soldi, tanta improvvisazione, una storia con un’impronta abbastanza pessimistica, un intreccio sul nero dell’anima. Uscirà fuori qualcosa di molto interessante. Mentre a gennaio tornerò a lavorare con Leonardo Ferrari Carissimi, col quale ho già fatto 2 anni fa “Mr.America”. Ho scritto anche la canzone per il film. Voce e chitarra, come piace a me”.

Arrivato ai 40 anni, la vedremo alla regia?

“Non credo proprio. Sono un attore. Forse mi cimenterò in un corto. Vedremo”.

Qui al San Marino Film Festival è in corso una bellissima retrospettiva su Luigi Comencini. Cinema italiano di ieri e di oggi. Il futuro?

“Vedo il dominio dei social network, tutto sta cambiando. Oggi un corto lo giri con uno smartphone, tutti possono accedere a tutto. Il cinema di ieri raccontava la realtà, la vita vera. Oggi si fa molta fatica, arriva qualcosa di molto mediato. Bisognerebbe tornare a fare come Ferreri, Monicelli e Comencini. Raccontare l’Italia reale. Oggi quella commedia all’italiana la sa fare solo Virzì, un grande professionista che mi ha insegnato e che è ancora un punto di riferimento”.