Venerdì 19 Aprile 2024

Riforma della sanità, tutto da rifare. Maroni: "Siamo pronti a riscriverla"

Botta e risposta su carenze e aspetti tecnici. E Forza Italia si riserva di Giulia Bonezzi

L'aula del Consiglio regionale della Lombardia

L'aula del Consiglio regionale della Lombardia

Milano, 15 gennaio 2915 - Debutta con una frenata brusca il cammino della riforma del sistema sanitario lombardo al Pirellone. Il testo che il governatore Roberto Maroni ha voluto approvato in Giunta la sera dell’antivigilia di Natale deve essere riscritto. Solo questioni formali, liquida la Lega, ma bastano a riaprire la discussione in maggioranza, facendo traballare anche l’accordo politico con Forza Italia sul documento nato all’ombra del panettone, dal quale si era astenuto il Ncd: gli azzurri, vista la situazione, son già pronti a mettere in tavola un testo «migliorativo».

L'intoppo procedurale s’è scoperto ieri mattina, al momento d’incardinare il progetto di legge per iniziare la discussione in commissione Sanità. Il presidente leghista Fabio Rizzi ha spiegato suo malgrado che non era ricevibile perché mancavano alcuni requisiti chiesti dal nuovo regolamento del Consiglio regionale. Che vuole una relazione tecnica e una relazione economico-finanziaria d’accompagnamento; in più l’articolato, modificando un testo unico, deve essere scritto in modo diverso, indicando dove cambia, integra o abroga le disposizioni della legge 33 del 2009. Le nuove regole, approvate in ottobre, sono in vigore dal primo gennaio. Angelo Capelli, del Ncd, ricorda che «noi avevamo posto la questione con chiarezza anche a Maroni» fin dal prenatalizio confronto all’arma bianca: «Manca l’analisi dettagliata degli aspetti economici e una stima dei costi».

Nel pomeriggio il mistero s’infittisce: il governatore Roberto Maroni interviene con una nota, «sia la relazione tecnica che quella economico-finanziaria sono state regolarmente inviate alla Presidenza del Consiglio regionale nei giorni scorsi». La Presidenza, ricoperta da Raffaele Cattaneo del Ncd, risponde con un’altra nota e precisa: i suoi uffici hanno mosso dei rilievi (in particolare: «la relazione tecnico-finanziaria risultava carente degli elementi informativi circa la quantificazione degli oneri finanziari»; mancava «la scheda tecnica necessaria per i progetti di legge che comportano conseguenze finanziarie»), Maroni ne è stato informato «per le vie brevi»; ha mandato un’integrazione martedì alle 16.38, che «è in fase di valutazione».

C’è poi la questione della scrittura del testo: Maroni rimarca che è stato inviato il 30 dicembre, cioè vigenti le regole vecchie, ma è disponibile, «come atto di cortesia», a rimettere al lavoro i tecnici per «apportare le modifiche richieste già nella seduta di Giunta» di domani. 

Intanto però sembra tornato in discussione anche l’accordo del 23 dicembre: è Fabio Altitonante di Forza Italia a dire in commissione che il testo «per noi va bene come partenza», ma visto che Ncd ne ha annunciato uno suo «ci riserviamo di fare una nostra proposta migliorativa». Prossimo round in maggioranza domani, con l’insediamento del tavolo tra gli alleati sulla riforma, presieduto da Maroni. L’opposizione intanto si scatena sul «pasticciaccio brutto» (Patto civico). I 5 stelle canzonano («Per fare le riforme non bastano i tweet»), il Pd affonda: «Dilettanti allo sbaraglio»[email protected]