Rifiuti, traffico illecito di 50mila tonnellate: un arresto e quattro indagati

Ferro e rame il principale materiale che veniva acquistato in nero e poi rivenduto previa falsificazione documentale

Traffico illegale di rifiuti

Traffico illegale di rifiuti

Annone Brianza (Lecco), 19 giugno 2015 – Gli agenti della Polfer lo tenevano d'occhio già dal 2012, quando hanno cominciato a sospettare che riciclasse parte dei cavi elettrici e di rame smantellati dai predoni di oro rosso dalle massicciate di mezza Lombardia. A quanto pare tuttavia il giro sarebbe stato ancora più amplio, si parla di 82 milioni di euro di rifiuti ferrosi, quasi 50mila tonnellate, movimentati illecitamente. Per questo Oscar Sozzi, 42enne di Annone Brianza, giovedì sera è stato arrestato con l'accusa di associazione a delinquere. A coordinare le complesse indagini sono stati i procuratori della Dda di Milano, la Direzione distrettuale antimafia, che nei mesi scorsi avevano già decretato la chiusura di sue due aziende, tra le quali quella brianzola, teatro nel gennaio 2014 di un inquietante episodio, un sparatoria in piena regola contro un algerino di 35 anni gambizzato con tre colpi di arma da fuoco. Per quella sorta di agguato in pieno giorno poco dopo era stato arrestato uno dei presunti colpevoli, un personaggio che graviterebbe negli ambienti della mala organizzata.

Non è la prima volta che il rottamaio finisce nei guai con la giustizia, in passato ha avuto noie per pesanti violazioni al codice della strada, droga, sia per ricettazione, sempre nell'ambito dei rottami e dei rifiuti metallici, tanto da finire in manette una prima volta. Che potesse essere coinvolto in giri più grossi lo si era comunque compreso già in seguito all'episodio dell'anno scorso, quando comunque investigatori e inquirenti gli erano già addosso. Una volta uscito di prigione, nel 2011, accortosi che le aziende per cui lavorava versavano in cattive acque avrebbe utilizzato i suoi contatti per ottenere false documentazioni da altre società. Dalle verifiche sarebbe emerso che il flusso di rifiuti in ingresso sarebbe stato molto superiore a quello in uscita facendo sospettare appunto che vendesse illecitamente e in nero buona parte dei rottami che potrebbero essere stati esportati in Cina, il principale importatore al mondo di materiale ferroso.

A quanto sembra il 42enne godeva di contatti non solo in Lombardia ma anche in Sicilia. Nell'operazione portata a termine dai poliziotti della sezione Ferroviaria risultano coinvolte 23 aziende, mentre sono state denunciate 19 persone. Durante le perquisizioni è stato trovato anche emerso un «pizzino» - così lo definisce il dirigente delle Polizia ferroviaria Francesco Costanzo - su cui c'era scritto «saldo petto di pollo». Era un appunto in codice che serviva per non dimenticare di saldare 100mila euro a un'azienda. Negli atti giudiziari è indicato che lui «promuoveva e coordinava le attività illecite degli altri membri del sodalizio criminoso». «Nel tempo - secondo gli investigatori -, le due aziende hanno esercitato l'attività in modo illegittimo poiché ricevevano, sistematicamente, rifiuti di rame e ferrosi». «I rifiuti - sempre da quanto spiegato dalla polizia - erano acquistati in nero ed erano ceduti ad altre imprese, previa falsificazione documentale».