Venerdì 26 Aprile 2024

Villa Sioli, la bella abbandonata: sul web la campagna per salvarla

Senago, da dimora di Carlo Porta a rifugio per senzatetto e immigrati. La triste parabola della dimora patrizia, dimenticata eppure sotto gli occhi di tutti, in pieno centro di Giulio Dotto

L’antica dimora dove soggiornò anche il poeta Carlo Porta Sotto

L’antica dimora dove soggiornò anche il poeta Carlo Porta Sotto

Senago, 27 novembre 2014 - È sempre più a pezzi la storica villa Sioli, l’antica dimora situata nel centro di Senago dove dimorò anche Carlo Porta. Nonostante i ripetuti appelli fatti per salvarla, le varie amministrazione comunali che si sono succedute in questi ultimi decenni non sono mai riuscite a farla ritornare interamente al suo antico splendore. Anni fa è stata recuperata la parte su via San Bernardo adibendola a ospitare uffici comunali. Ma l’ala più importante e storica si sta sgretolando ed è in balia di vandali e saccheggiatori che hanno ormai ben poco da rubare. Anche quest’anno gli appassionati di storia che vogliono bene a Senago, stanno aderendo alla campagna Fai che sta promuovendo la classifica dei luoghi del cuore. Tra questi c’è anche villa Sioli, da ventidue anni di proprietà del Comune.

IL tam-tam per avere voti viene affidato principalmente a Facebook dove s’invita a dare il proprio voto a «questo luogo storico abbandonato al degrado ormai da troppi anni nel centro cittadino che grida vergogna».

Da quando l’ex dimora patrizia è passata nelle mani del Comune è stata solo ristrutturata la zona di poco pregio lasciando in completo abbandono la villa signorile. Quattro anni fa la giunta guidata da Franca Rossetti aveva avanzato alcune ipotesi per il suo recupero andate poi a vuoto a causa del commissariamento del Comune e della mancanza, storica, di fondi. In questi anni sono saltate tutte le tubature, i canali crollati, gli interni - diventati anche dimora di senzatetto ed extracomunitari - sono stati addirittura incendiati. Dentro è tutto traballante e pericoloso e gli infissi sono quasi interamente crollati.  L’unico vero tentativo per salvarla fu fatto nel 2003 dal sindaco Pogliani che aveva coinvolto la Fondazione Chiesa per realizzare una casa alloggio. Proposta bocciata dalle Belle Arti e dal consiglio comunale.

Il complesso risale al 1600 quando fu costruito dai Corbella per poi passare alla famiglia Martinelli che ospitò il Porta. Nel 1820 passò alla Curia milanese e nel 1866 ad Angelo Sioli che vi costruì intorno degli opifici. Il grande parco che la circonda è aperto al pubblico.