"Restituite la piazza ai bambini", mobilitazione dei cittadini contro l'Urban centre

A centinaia in protesta per salvare la fontana della piazza delle Quattro torri di Monica Guerci

La protesta a Bollate (Studionord)

La protesta a Bollate (Studionord)

Bollate, 6 ottobre 2014 - «Vergogna». «Bollate città senza democrazia». «Restituite lo spazio pubblico ai bambini». Striscioni e slogan urlati al megafono ieri mattina in pieno centro. Sono le voci della protesta, quella nata dai comitati cittadini, scesi in piazza della Resistenza per fermare la distruzione della fontana. Il forte dissenso contro l’amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Stefania Lorusso è esploso dopo i primi colpi di ruspa. Lo scorso pomeriggio gli operai della Techbau Spa, l’impresa che si è aggiudicata l’appalto, si sono messi al lavoro, cominciando la demolizione. 

Nella grande piazza dove si affacciano da un lato i palazzi residenziali «Le quattro Torri», e dall’altro i caseggiati Aler di via Turati sarà realizzato l’Urban Centre, un auditorium da due milioni di euro che pochi vogliono. Prenderà il posto della fontana e delle altalene. Un’opera, giudicata da molti, inutile, troppo costosa e realizzata nel posto sbagliato. «Come cittadini ci stiamo domandando perché siano stati avviati i lavori nonostante il Consiglio Comunale abbia approvato una mozione che richiede soluzioni diverse?», dichiara Pierluigi Catenacci nel gruppo dei contestatori. «La risposta è semplice - prosegue -: l’Amministrazione ha voluto trasformare il Contratto di Quartiere di via Turati da strumento per la ristrutturazione dei caseggiati popolari in operazione immobiliare invertendo le priorità del progetto e mettendo, quindi, in secondo piano l’esigenza dei cittadini!». «Hanno rubato i nostri soldi invece di usarli per sistemare le case popolari», si sfoga un’inquilina di via Turati dove, dopo 20 anni di attesa e degrado, sono partiti a inizio ottobre i lavori per la riqualificazione finanziati da Regione Lombardia. 

Il comitato della Piazza e gli Amici di Castellazzo ieri mattina, oltre alla mobilitazione, hanno avviato anche una raccolta di firme. Due le petizioni preparate per fermare il «Mostro di cemento che si vorrebbe mangiare la piazza». Una indirizzata alla Procura della Repubblica e l’altra al Prefetto di Milano. Trecento le adesioni raccolte in sole due ore. Il Pd e le altre minoranze consiliari, presenti alla protesta, preparano una mozione di sfiducia per il sindaco. «Chiederemo che venga convocato entro 20 giorni il consiglio comunale per discuterla», spiega Francesco Vassallo, capogruppo dei Democratici. Se dovesse passare, a quel punto, la prima cittadina dovrebbe dimettersi a sei mesi dalla scadenza naturale del suo mandato. La manifestazione si è conclusa con un corteo. Giovedì è in calendario alle 18 una commissione urbanistica, se non sarà rinviata dovranno partecipare il sindaco e anche l’operatore. I comitati hanno chiamano a raccolta per quell’occasione i cittadini; «Facciamo sentire la nostra voce». Ma giovedì potrebbe essere tardi: se questa mattina le ruspe si metteranno all’opera in poche ore della fontana non ci sarà più traccia.