Rho, assaliti e rapinati nella loro villa: «Come un horror»

Il racconto-choc della famiglia vittima dell'aggressione a Terrazzano

I ladri sono stati messi in fuga dal rientro dei vicini di casa delle vittime in via Cadore

I ladri sono stati messi in fuga dal rientro dei vicini di casa delle vittime in via Cadore

Rho (Milano), 3 agosto 2015 - «Stavamo finendo di cenare quando sono uscita in cortile a prendere una cosa e uno di loro è sbucato dietro la schiena e mi ha bloccato». La voce trema. Un nodo alla gola. Sul viso, all’altezza della mandibola, ha due lividi. Sulla fronte un’altra piccola ferita. Era in casa con il marito e la figlia 19enne quando quattro malviventi hanno fatto irruzione nella loro villa, li hanno picchiati e rapinati di soldi, cellulare e alcuni monili in oro. È successo venerdì nella frazione Terrazzano di Rho. Erano le 21,40, «mi ricordo benissimo l’ora perché avevo appena mandato un messaggio a un’amica», aggiunge la donna. Poi sono stati lunghissimi minuti di terrore, «forse dieci o quindi minuti», è difficile da ricordare per loro. Ma quello che è successo invece no.

Ce lo raccontano chiedendo la massima riservatezza sui nomi, «abbiamo ancora paura. I carabinieri ci dicono di stare tranquilli, ma non è facile», aggiungono. I rapinatori erano in quattro, ben vestiti, hanno agito con il volto scoperto, non avevano armi, ma erano determinati. Hanno scavalcato la recinzione sul retro della villa di via Cadore, sono entrati nel giardino e hanno atteso il momento giusto per entrare in azione. In casa le luci erano accese, anche quelle del giardino, non c’era ancora completamente buio. Nella villa accanto, dove vivono alcuni parenti della famiglia rapinata, non c’era nessuno.

«Uno dopo l’altro sono sbucati gli altri tre, uno di loro era giovanissimo, erano vestiti bene, puliti – continua la moglie – tra di loro parlavano in arabo. A noi continuavano a chiedere soldi e cellulari. Mi hanno bloccato e poi hanno immobilizzato mia figlia. Io mi sono sfilata la fede nuziale dal dito e gliel’ho data, poi un altro anello. Ma non gli bastava». La moglie scuote la testa pensando a quegli attimi che le scorrono davanti come le immagini di un brutto film. Il marito 60enne al quale chiedevano i soldi è intervenuto per difendere la figlia e la moglie, ma è stato colpito con un badile in testa. «Nel pomeriggio avevo fatto dei lavori in giardino e avevo lasciato il badile vicino al garage, hanno usato quello per farmi stare zitto e hanno preso il mio portafogli», racconta l’uomo. Poi si toglie il cappellino che indossa e ci mostra un grosso cerotto sotto il quale si nasconde la ferita causata dalla badilata. Anche sulla mano ha un cerotto, ma più piccolo: «È stato terribile, in quei momenti non sai come comportarti, anche perché quei balordi avevano gli occhi spalancati come se avessero assunto qualche sostanza o pastiglia».

Il cane che solitamente abbaia appena qualcuno si affaccia alla recinzione o avvicina alla villa quella sera è sembrato più mansueto. La figlia 19enne invece indossa un collarino a causa di un colpo al collo: «Anch’io ho notato gli occhi spalancati, anche se poi si muovevano e parlavano in modo lucido, non sembravano sotto l’effetto di qualche sostanza. Sapevano quello che volevano. Mi hanno rubato il cellulare». È stato l’arrivo dei parenti che abitano nella villa accanto a mettere in fuga i rapinatori, con sé pochi monili in oro, il cellulare della figlia e il portafogli del capofamiglia. «Sono scappati sul retro. Mio fratello li ha inseguiti, anch’io ho tentato di raggiungerli, ma sanguinavo e avevo male in testa». Ieri mattina nel cortile della villa c’era la macchina pronta per le vacanze estive: «Abbiamo rinviato la partenza, ma forse ora è meglio non pensarci e andare. Speriamo che li prendano».