Settimo, uccise la moglie e si costituì in Marocco: il console dovrà testimoniare

Il delitto risale a 15 anni fa. La Procura di Milano non ha mai ricevuto risposte sulla posizione di Nabih Bachir, che di fatto risulta latitante

Via al processo

Via al processo

Settimo Milanese (Milano), 16 dicembre 2015 - Il console generale del Marocco a Milano, Mohamed Benali, verrà ascoltato come testimone nel processo milanese a carico di un marocchino di cui si sono perse le tracce da quando, nel novembre del 2000, si era costituito ad Agadir pochi giorni dopo aver ucciso la moglie a Settimo Milanese. A citare il funzionario è stato l'avvocato Francesco D'Andria, legale delle due figlie dell'uomo, parti civili nel processo che si è aperto oggi davanti alla Corte d'assise di Milano. "Nonostante le numerose richieste ufficiali - ha spiegato il legale - la Procura di Milano a distanza di 15 anni non ha mai ricevuto risposte dalle autorità del Marocco sulla posizione dell'uomo. Per questo chiederemo spiegazioni in aula". Non è stato ancora chiarito neppure se l'imputato sia già stato processato e condannato nel suo Paese e se attualmente sia detenuto oppure in libertà. L'assenza di comunicazioni ha bloccato anche la richiesta di estradizione e ha rallentato l'iter giudiziario. Il marocchino Nabih Bachir, 54 anni, risulta di fatto latitante. Oltre all'attuale console generale, è stato citato tra i testimoni anche Mohamed Basri, console aggiunto a Milano fino al 2002. Entrambi verranno ascoltati nella prossima udienza il 18 gennaio. Nabih Bachir, in seguito al delitto, avvenuto il 23 novembre del 2000, era fuggito in Marocco in auto costringendo una delle due figlie a seguirlo. La moglie morì dissanguata in casa e il cadavere venne trovato solo giorni dopo, quando il marito, arrivato ad Agadir, confessò l'omicidio. E, da allora, le autorità italiane hanno perso le sue tracce.