Cesate, sciopero dei bidelli a scuola e i ragazzini restano un'ora in strada

Alle elementari Luinetti le maestre hanno aperto i cancelli solo alle 9

I bimbi davanti alle scuole di via Bellini

I bimbi davanti alle scuole di via Bellini

Cesate (Milano), 21 maggio 2016 - Scioperano i bidelli, centinaia i bambini che restano in strada. E' successo ieri alle scuole elementari Luinetti di via Bellini. Ad aderire allo sciopero unitario organizzato da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals, con cortei e iniziative in tutta Italia, i sei bidelli dell’istituto e il preside e così nessuno ha aperto la scuola. La brutta sorpresa l’hanno avuta i primi ad arrivare: i bambini del pre-scuola, poi quelli dello scuolabus sempre in anticipo sulla campanella e a seguire tutti gli altri.

Sono circa 600 gli alunni del plesso che ieri mattina si sono trovati i cancelli sbarrati. Molti quei genitori che dopo aver accompagnato i bambini davanti a scuola sono corsi per andare al lavoro salvo scoprire, poi, che i propri figli sono rimasti chiusi fuori dai cancelli e in mezzo alla strada, per circa un’ora. Grande il parapiglia in via Luinetti fin tanto che la situazione si è risolta intorno alle 9. Grazie all’arrivo delle maestre che non hanno, invece, aderito alla protesta i bambini sono entrati in classe.

«Abbiamo emanato la circolare obbligatoria per avvisare i genitori dello sciopero. Abbiamo appeso da una settimana un avviso all’ingresso che evidentemente non è stato letto dichiara Fernando Panico, dirigente dell’istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Cesate di cui la Luinetti fa parte. "Se un genitore si trova davanti a un cancello chiuso dovrebbe chiedersi perché? I bambini non vanno abbandonati davanti alla scuola! Sono stato sommerso dalle telefonate di carabinieri, vigili, sindaco, genitori arrabbiati. Ci troviamo di fronte a tanti casi di prepotenza da parte di alcuni genitori, manca sempre di più il valore del rispetto. Lo sciopero crea inevitabilmente dei disagi: lo sciopero è un diritto", la chiosa del dirigente. 

La giornata è proseguita fino al termine dell’orario delle lezioni, con qualche difficoltà è stato assicurato anche il servizio mensa e il post-scuola. "Oggi ho aderito allo sciopero e ho lavorato più degli altri giorni - conclude il preside -. Ma una cosa positiva tutto questo trambusto l’ha fatta: si è anche parlato della protesta della scuola. Scioperiamo per chiedere che venga rinnovato il contratto di lavoro, fermo da anni". Ieri sera a chiudere l’istituto ci ha pensato lui.