Rho, scatta l’allarme al centro di accoglienza: un profugo in ospedale con la scabbia

L'Asl ha subito avviato le procedure per evitare altri casi di contagio

Il centro di via Gorizia che ospita i profughi originari dell’Africa e del Pakistan

Il centro di via Gorizia che ospita i profughi originari dell’Africa e del Pakistan

Rho (Milano), 24 aprile 2015 - Allarme scabbia tra i profughi ospitati al centro d’accoglienza di via Gorizia 27 a Rho. Nelle scorse ore è arrivata al Dipartimento di Prevenzione Medica dell’Asl Milano 1 la segnalazione di un "caso di scabbia": un pachistano di 39 anni, che ha manifestato lesioni sul corpo e sulle braccia, è stato ricoverato e sottoposto al trattamento antiparassitario che non lo rende più contagioso e nelle prossime ore potrà riprendere a frequentare la struttura. L’ospite è arrivato al centro d’accoglienza alcuni mesi fa, proveniente da Trieste dove, secondo quanto raccontato, aveva già avuto la scabbia. Il rifugiato condivide la stanza con un altro ospite e alcuni spazi, come servizi igienici e sala pranzo, con gli altri 26 profughi tutti originari dell’Africa sub-sahariana e del Pakistan.

L’Asl Milano 1 ha già avviato i controlli e indicato agli operatori tutte le misure di prevenzione per evitare il contagio. È stata consigliata una profilassi solo per il compagno di stanza e alcuni interventi di sanificazione: "Il contagio richiede un contatto personale stretto e prolungato e quindi generalmente non si verifica al di fuori della stretta convivenza", spiegano dall’Asl. "Il Comune di Rho ha aderito nel 2014 al progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) - dice il sindaco Pietro Romano -, si tratta di un sistema d’accoglienza e integrazione promosso dal Ministero che offre ai richiedenti asilo e ai rifugiati un alloggio e un aiuto all’avvio di un percorso d’integrazione. Crediamo che l’accoglienza di centinaia di profughi si possa affrontare senza che diventi un’emergenza se ognuno fa la propria parte, noi abbiamo voluto fare qualcosa di concreto. Io ricevo ogni settimana un report sullo stato di salute dei profughi. In questi mesi non ci sono stati problemi. Ho ricevuto una nota informativa con la quale mi veniva segnalato il caso di scabbia. La parte sanitaria e di prevenzione compete all’Asl".

Il Comune ha messo a disposizione per l’accoglienza dei profughi una parte della palazzina di via Gorizia, dove qualche anno fa era stato realizzato il dormitorio per i senza tetto. I profughi arrivati in città hanno in media meno di 30 anni, sono seguiti da operatori e volontari e non costano nulla alla comunità rhodense.