di Monica Guerci

Arese, 9 aprile 2013 — Dal comitato dei genitori alla poltrona del sindaco. Michela Palestra, 40 anni, mamma di tre bambini, ingegnere meccanico, tenta la scalata. Si è aggiudicata le primarie del centrosinistra. Sarà lei, capelli corti, tacchi bassi, che viaggia sempre su due ruote, a correre per il Patto Civico a fine maggio nella città all’ombra dell’ex Alfa Romeo.

Qual è il suo legame con Arese?
«Profondo. Anch’io sono figlia di un lavoratore dell’Alfa Romeo. Mi sento parte di questa città, è dove voglio crescano i miei figli».

Mai fatto politica?
«Non prima del 2009, mi sono avvicinata per le Amministrative».

Candidata del Patto Civico (Pd, Sel, IdV, Un Forum per la città e Unione Italiana) ma il suo orientamento qual è?
«Mi riconosco in un ambito valoriale riconducibile al centrosinistra ma sono anche convinta che, senza perdere l’identità, sia necessario dialogare con chi la pensa diversamente: abbattuti i pregiudizi, esiste un terreno comune che permette di condividere i percorsi».

Donna, volto nuovo, giovane. Rappresenta il cambiamento?
«Sono una cittadina attenta e interessata, impegnata nel mondo dell’associazionismo che da tempo si relaziona con la politica più tradizionale e rappresento un elemento di novità, ma credo che il valore aggiunto sia in tutto questo».

Ha da poco incontrato il commissario prefettizio Anna Pavone, cosa l’ha convinta o meno del suo operato?
«È stata molto efficace nella gestione dell’emergenza della media Silvio Pellico, ha accolto le istanze sulle aree gioco, ha accettato suggerimenti per migliorare la destinazione di fondi sui lavori del centro sportivo. Invece sulle grandi questioni si è mossa in autonomia senza tener conto di nessuno».

Potesse riavvolgere il nastro?
«Tornerei a due anni e mezzo fa, prima dell’assegnazione alla società Intese del Centro Sportivo. Con un bando fatto nel rispetto del regole oggi avremmo ancora un centro sportivo accessibile».

La prima cosa che farà se sarà eletta?
«L’Accordo di Programma firmato dal commissario porta notevoli risorse, soldi dei cittadini, a compensazione di un accordo non condiviso dal gran parte degli aresini. La prima cosa da fare sarà il più serrato controllo di come verranno spesi questi soldi».

monica.guerci@ilgiorno.net