La protesta a Pero: "Salvate la Marconi, cade a pezzi"

La protesta dei genitori: "Ormai ci sono parti della scuola pericolanti, all’interno bivaccano e dormono, ma il Comune non fa nulla" di Roberta Rampini

La protesta dei genitori contro il degrado a scuola

La protesta dei genitori contro il degrado a scuola

Pero, 3 marzo 2015 - La porta d’ingresso è stata rivestita di cellophane e nastro adesivo per «tamponare» i danni causati dai vandali. Anche le tapparelle del piano terra sono danneggiate e imbrattate. Basta alzare lo sguardo per notare lo stato di degrado del muro esterno con l’intonaco che cade a pezzi. Ma il vero scempio sono i vetri delle finestre del primo piano completamente rotti. In alcuni casi non ci sono più. In altri sono evidenti i segni delle sassate. C’è anche puzza di urina, avanzi di cibo e bottiglie di vetro. Sui social network un cittadino ha pubblicato la foto di un ragazzino che si arrampica sul muro per entrare nelle classi e accanto due amici a fare da palo. La situazione nota da mesi, nonostante denunce e promesse, peggiora di giorno in giorno. Ma i cittadini non mollano.

Siamo a Pero, centro cittadino, ex scuola primaria Marconi, accanto al Municipio e alla caserma dei carabinieri. A due anni e mezzo dall’ultima campanella la scuola, dove migliaia di uomini e donne di Pero hanno imparato a leggere e scrivere, sta diventando un «monumento del degrado e dell’incuria». All’insegna dello slogan «Basta degrado, si al bene comune», ieri mattina abbiamo incontrato un gruppo di cittadini che lo scorso mese di novembre aveva raccolto 919 firme per chiedere che l’ex scuola diventasse un «luogo d’incontro», con auditorium e spazi per ospitare iniziative culturali, convegni, teatro. Oggi sono arrabbiati per lo stato di abbandono ma soprattutto indignati per il comportamento dell’amministrazione comunale.

«Ormai ci sono parti della scuola pericolanti, all’interno bivaccano e dormono, ma il Comune non fa nulla - spiega Silvana Baldino, una delle referenti del Comitato cittadino -. Noi abbiamo protocollato le firme il 4 novembre e da Statuto avrebbero dovuto darci una risposta entro 60 giorni, ma siamo ancora in attesa». Per queste ragioni il Comitato si è rivolto al difensore civico regionale e alla trasmissione televisiva «Striscia la notizia»: «Forse se viene il Gabibbo riusciamo ad ottenere qualcosa, anche se è davvero triste pensare che bisogna alzare la voce sui giornali o in televisione per ottenere qualcosa», commenta un’altra rappresentante del Comitato. Poi c'è Manuela, la mamma di un ragazzo adolescente, convinta che all’ex scuola vada dato un futuro magari proprio con la realizzazione di spazi di aggregazione giovanile: «I nostri figli hanno tante energie, idee e bisogno di luoghi dove incontrarsi, magari per suonare, per organizzare feste e altri eventi. È un peccato avere una struttura così grande e lasciare che cada a pezzi».

roberta.rampini@ilgiorno.net