«Gli accordi sui profughi? La proprietà non ha titolo»

Il liquidatore della società spiega i no al Falcon residence

di ROBERTA RAMPINI

– PERO –

IL LEGALE rappresentante della Mazzino Due srl che ha sottoscritto la lettera d’intenti con le due cooperative siciliane risultate aggiudicatarie, in via provvisoria, del progetto d’accoglienza di 500 profughi nel Falcon Residence «non aveva e non ha» nessun potere di farlo. È quanto sostengono il commissario e il liquidatore giudiziale della procedura aperta presso il Tribunale di Busto Arsizio in una nota inviata al Comune di Pero e alla Prefettura di Milano.

L’ipotesi di accoglienza dei profughi nel complesso residenziale di piazza Unità d’Italia si complica. All’ottimismo di Paolo Colianni, amministratore unico del raggruppamento temporaneo delle due cooperative siciliane (Ippocrate e Azione sociale) si contrappongono, uno dopo l’altro, una serie di ostacoli che lasciano intendere quale potrebbe essere l’esito della gara. In una nota, l’amministrazione comunale riporta quanto scritto da commissario e liquidatore giudiziale, il legale rappresentante dell’immobiliare non aveva «legittimazione alcuna ad impegnare la società né tanto meno a disporre dei beni, stante la procedura di concordato preventivo già omologata dal Tribunale. Detta circostanza, di pubblico dominio, sarebbe stata facilmente accertabile da parte delle Società cooperative aggiudicatarie».

IL COMUNE inoltre ha informato la Prefettura che l’immobile è carente del certificato di prevenzione incendi e del certificato di agibilità/abitabilità. Non solo, l’amministratore del condominio, su sollecitazione del Comune, ha inviato alcune note critiche sullo stato degli impianti di riscaldamento e idrico. In particolare, «causa distacco del gas per insolvenza, la centrale termica condominiale non eroga da tempo il riscaldamento e acqua calda centralizzata». Tutti documenti che confermano che il Falcon Residence, un complesso costruito negli anni Novanta e composto da 138 monolocali e bilocali, non potrà mai ospitare i profughi. In Municipio qualcuno oggi tira un sospiro di sollievo: «Alle nostre considerazioni di inopportunità della scelta di collocare 500 persone in un comune di soli 11.000 abitanti - dichiara il sindaco, Maria Rosa Belotti - si aggiungono le pessime condizioni dell’immobile che nemmeno poteva essere proposto» per questa funzione. L’amministratore delle coop Colianni sarà a Milano venerdì per definire tutti i dettagli e convincere il territorio della bontà del suo progetto.

roberta.rampini@ilgiorno.net