Morto a 12 anni sotto una catasta di legna: indagata anche la guida

Iscritto a registro dalla Procura di Arezzo l’accompagnatore del Trekking Novate

I disperati tentativi di rianimare Jacopo Brancadoro

I disperati tentativi di rianimare Jacopo Brancadoro

Arezzo, 24 giugno 2016 - Tre avvisi di garanzia firmati dal pubblico ministero Marco Dioni per la morte del 12enne Giacomo Brancadoro, milanese, ucciso mercoledì nella montagna casentinese dai tronchi di una catasta di legname improvvisamente venuta giù. Gli avvisi riguardano la guida del Trekking Novate che in quel momento accompagnava gli adolescenti – frattura della caviglia per Danilo, ragazzino a sua volta novatese – e i due rappresentanti della ditta che aveva curato il taglio degli alberi accatastando poi i tronchi nella radura dell’incidente.

Le ipotesi di reato, che al momento la procura considera tecniche, sono di omicidio colposo, per la guida nella fattispecie della culpa in vigilando. Gli avvisi, filtra dagli ambienti giudiziari, si sono resi indispensabili per l’effettuazione dell’autopsia sul ragazzino, esame in programma oggi. Di pari passo continuano a tappeto le indagini per chiarire la dinamica della disgrazia che ha provocato la morte di Giacomo. Il corpo del bambino nella giornata di ieri sarebbe dovuto tornare a Milano, accompagnato dai genitori arrivati in Toscana mercoledì per il riconoscimento. Tuttavia la Procura ha deciso di trattenere la salma e trasferirla da Bibbiena ad Arezzo, appunto per l’autopsia.

L'inchiesta verte sull’eventuale responsabilità dell’accompagnatore che, nel momento della tragedia, si trovava con il gruppo di ragazzini; e della ditta privata che ha prima tagliato e poi accatastato il legname dov’è avvenuto l’incidente, in località Casa dell’Oia, nel comune di Pratovecchio Stia. La zona è stata posta sotto sequestro: i tronchi tagliati e accatastati sono di proprietà del Parco che ha incaricato un’azienda privata, dotata di regolare autorizzazione per il taglio. Da accertare rimane la modalità in cui gli stessi tronchi sono stati accatastati.

Non sembrano avere seguito invece le voci, circolate mercoledì, relative a eventuali ritardi dei soccorsi: al vaglio anche la telefonata dell’accompagnatore che ha lanciato l’allarme, per capire se sia stata correttamente descritta la gravità dell’incidente. La zona risulta evidentemente difficile da raggiungere, circondata da una fitta foresta di alberi ad alto fusto e collegata alla strada principale da impervi sentieri sterrati, impossibile quindi per i soccorritori intervenire in pochi minuti.

E’ così finita nel peggiore dei modi la vacanza dei ragazzini arrivati in Casentino il 10 giugno. La sera prima della tragedia, guidati dai due accompagnatori, avevano dormito al rifugio della Calla, mentre mercoledì il programma prevedeva una sosta nel campeggio di Montalto, il «Falterona», vicino al luogo dell’incidente. L'associazione Trekking Novate, che ha organizzato la vacanza in Casentino, ha sospeso ogni attività.