Cadavere carbonizzato a Novate Milanese: una strada nel nulla scelta apposta

Novate, un lavoro da professionisti: il carbonizzato è uomo o donna? di Roberta Rampini

Gli uomini  del Reparto investigazioni scientifiche dell’Arma al lavoro (Newpress)

Gli uomini del Reparto investigazioni scientifiche dell’Arma al lavoro (Newpress)

Novate Milanese, 28 gennaio 2015 - Tracce di liquido infiammabile (ma non benzina). Alcune taniche. Brandelli di vestiti. È quello che hanno trovato gli uomini del Nucleo investigativo di Monza e i carabinieri della Compagnia di Rho nell’area boschiva di via Trento e Trieste, dove lunedì sera è stato rinvenuto un cadavere carbonizzato. Per tutta la giornata sono stati impegnati in accertamenti, analisi del terreno, fotografie, hanno pure scavato a caccia di elementi utili per quella che si preannuncia «un’indagine difficile»Proprio a partire dall’identificazione del cadavere che era in pessimo stato, completamente bruciato tanto da rendere impossibile stabilire se si tratti di un uomo o di una donna.

La strada dove è stato trovato il corpo carbonizzato è in periferia, una via senza uscita. Ci sono alcune abitazioni, all’inizio. Mentre in fondo c’è il Tennis Club Garden e una casa d’accoglienza abbandonata. Non ci va nessuno in quella zona. Non a caso è stata scelta dai responsabili del delitto. Non ci sono neppure telecamere. Ma ieri mattina i militari rhodensi hanno fatto un sopralluogo in tutto il quartiere, in particolare nelle aziende, per vedere se ci sono sistemi di videosorveglianza che possono aver ripreso qualcosa di utile alle indagini. A fare il macabro ritrovamento è stato un uomo a passeggio con il suo cane. È stato quest’ultimo a fiutare qualcosa di strano per terra, in mezzo alle sterpaglie, poco distante da un grosso cassone metallico pieno di rifiuti. L’uomo si è avvicinato per vedere cosa stava annusando il cane e, quando ha capito che si trattava di un corpo umano carbonizzato, ha avvertito il 112.

Un cavadavere irriconoscibile. Forse prima è stato legato e incaprettato. Potrebbe essere stato ucciso altrove. Ma sicuramente, secondo gli investigatori, è stato bruciato proprio lì in fondo a quella strada, pochi giorni fa. Chi ha versato il liquido infiammabile su quel corpo voleva avere la certezza che l’identificazione fosse impossibile. O quasi. Un lavoro da professionisti.

Mentre il personale del Reparto investigazioni scientifiche dell’Arma continua le indagini in via Trento e Trieste si attende che sul cadavere carbonizzato, trasportato all’Istituto di medicina legale di Milano, venga fatta l’autopsia per accertare la causa della morte. Strangolamento. Un’esecuzione spietata. Un regolamento di conti nell’ambito della criminalità organizzata. Quel bosco non è molto lontano da Quarto Oggiaro, la Bovisasca, gli orti di via Vialba, dove nell’ottobre 2013 erano stati uccisi l’ex boss della mala Emanuele Tatone e il suo autista, anche lui pregiudicato, Paolo Simone. Ma è ancora presto per fare collegamenti tra gli ultimi fatti di cronaca e quel cadavere di Novate. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche le denunce delle persone scomparse negli ultimi giorni nell’hinterland milanese. Sempre che il cadavere non arrivi da più lontano.

roberta.rampini@ilgiorno.net