La maestra di Rho malata per finta. Alle visite mediche nemmeno ci andava

Indagata ad Agrigento una insegnante del IV Circolo. L'invalidità era certificata da medici compiacenti di Roberta Rampini

Polizia

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di Roberta Rampini

Rho (Milano), 26 settembre 2014 - Una vita normalissima tra Rho, dove insegna in una scuola, e Pogliano Milanese dove vive. Eppure i medici del presidio sanitario di base di Naro, in provincia di Agrigento, attestavano di averla sottoposta più volte a visite per certificarne l’invalidità. Su dodici visite una soltanto sarebbe vera, le altre volte i certificati sarebbero stati compilati con informazioni false da medici compiacenti e ben pagati. Quarantun’anni, C.N., insegnante del IV Circolo didattico di Rho, è tra le 101 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta «La carica delle 104», che ha smascherato un complesso meccanismo di «medici e azzeccagarbugli» che falsificavano le certificazioni per ottenere l’invalidità necessaria ad usufruire della Legge 104 o del semplice assegno di pensione.  È quanto emerge dalle indagini della Digos della Questura di Agrigento. Gli inquirenti, nelle 700 pagine dell’ordinanza cautelare emessa dal gip Ottavio Mosti, hanno raccontato in maniera dettagliata tutti gli episodi che hanno visto la donna sottoposta a visita ad Agrigento mentre in realtà si trovava in servizio nella scuola rhodense, come dimostrato dai successivi accertamenti. Il nome dell’insegnante compare tra le 101 persone indagate, un lungo elenco messo a disposizione dagli inquirenti siciliani che sta facendo il giro sul web.  Tuttavia a Rho sembrano tutti all’oscuro. «Apprendo ora la notizia — commenta Giuseppe Terrone, dirigente scolastico del IV Circolo didattico, quando lo interpelliamo telefonicamente — Non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dal Provveditorato sul fatto che questa insegnante sia indagata. Comunque non spetta alla mia dirigenza assumere eventuali provvedimenti nei suoi confronti». Ma forse una spiegazione, nei prossimi giorni, l’insegnante sarà chiamata a darla anche all’Ufficio provinciale scolastico. Quelli che emergono dal fascicolo d’inchiesta, infatti, sono episodi molto gravi. La finta visita poteva costare anche 250 euro. Gli investigatori lo hanno capito grazie alle intercettazioni telefoniche. Nel corso di un dialogo tra Salvatore Patanè, 61 anni, tecnico radiologo dell’Asp di Agrigento — che, secondo l’accusa, avrebbe messo in contatto «i pretesi falsi invalidi con i medici compiacenti infedeli» — e uno dei medici, si discute proprio del «pagamento» di una visita da parte dell’insegnante 41enne: «Compare, però dico... meno di due e mezzo niente, non mi ci metto, glielo puoi dire subito».  C’è anche un video, registrato nel presidio sanitario di Naro dalle telecamete installate dalla Digos, in cui si vede una dottoressa impegnata a fare un esame con lo spirometro al posto dell’insegnante rhodense che si trovava a oltre un migliaio di chilometri di distanza. 

roberta.rampini@ilgiorno.net