Baranzate (Milano), 17 settembre 2014 - Arriva l’Expo, fate largo. Dal primo ottobre Lavazza trasferirà i suoi impiegati dalla sede di Baranzate, alle spalle del sito dell’Esposizione universale, per affittarla a una società di servizi collegata all’Expo. In via Montello, là dove oggi ci sono gli uffici dei dipendenti ex Ercom, proprietaria delle cioccolate Eraclea (nel portafoglio Lavazza), apriranno una dogana e un centro di accoglienza delle personalità e delle delegazioni che visiteranno l’Esposizione universale. I sindacati sono già partiti lancia in resta: temono che il trasloco sia l’anticamera di uno smantellamento della sede di Milano, da tre anni sottoposta a una cura dimagrante. «La strategia di Lavazza per Expo? — commentano amari —. Un affare immobiliare». In realtà l’azienda di Carmencita ha già messo un piede nell’Esposizione del 2015: ad aprile si è aggiudicata lo sponsor di «caffè ufficiale» del Padiglione Italia.
Nei giorni scorsi invece la stipula del contratto di affitto e la decisione di trasferire «temporaneamente» i 30 addetti. L’area tecnica e le officine di riparazione finiranno a Buccinasco, mentre i laboratori di ricerca e sviluppo e gli uffici marketing nel centro direzionale di via Caldera, a Milano. Ma i piani dell’azienda ora si scontrano con l’alzata di scudi di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, le tre sigle alimentari dei sindacati confederati pronte allo sciopero. Per i lavoratori di Baranzate questo non è il primo trasloco: la Ercom infatti sfornava cioccolato negli stabilimenti di Segrate. «Nel 2011 sono stati acquisiti da Lavazza — ricorda Alberto Donferri della segreteria Uila —. Il gruppo ha chiuso la produzione, appaltato ad esterni la logistica, trasferito la sede a Baranzate. E tagliato i dipendenti». Erano 80, diventano 50. Poi l’attuale trentina, quando Lavazza decide di accentrare a Torino le funzioni amministrative. «Abbiamo fatto un accordo che garantiva che ricerca e marketing rimanessero a Milano — aggiunge Donferri — ma ora arriva questa operazione». «Expo fornisce l’opportunità a Lavazza per l’ennesimo trasferimento — scrivono i sindacati — e riteniamo per accelerare il disimpegno su Milano, con ulteriori esuberi».
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