Speranze per l’addetto alla sicurezza ostaggio da otto mesi in Mauritania

Trattamento meno disumano in carcere e fitte trattative diplomatiche di ENRICO FOVANNA

Cristian Provvisionato, prima e dopo l'immotivata detenzione in Mauritania che perdura

Cristian Provvisionato, prima e dopo l'immotivata detenzione in Mauritania che perdura

Cornaredo (Milano), 16 aprile 2016 - C'è qualche primo, flebile spiraglio, nella vicenda di Cristian Provvisionato, un’operatore di sicurezza 42 anni, di Cornaredo, tenuto in ostaggio dal governo della Mauritania da quasi otto mesi, senza alcuna accusa formale e alcun capo di imputazione. L’uomo, diabetico, che finora era stato nutrito solo a riso e acqua, aveva perso venti chili. Ma dopo l’infittirsi delle visite di diplomatici italiani, le autorità mauritane avrebbe cominciato a dargli anche carne, pesce e qualche farmaco. Sono inoltre ormai aperti tutti i canali diplomatici tra la Farnesina e la rappresentanza consolare a Rabat, in Marocco, della repubblica islamica. Ma resta irrisolto il nodo della detenzione, illegale sotto il profilo del diritto internazionale, con l’accusa verbale di truffa informatica ai danni del governo mauritano.

«Ma Cristian - precisa la compagna, Alessandra Gullo - non è mai stato un informatico, come erroneamente scritto, e nemmeno è stato inviato da una ditta straniera. Lui ha una preparazione sulla sicurezza, difatti è stato mandato in Mauritania dalla Vigilar, un’azienda milanese che si occupa proprio di investigazioni private e aziendali. Nella capitale del Paese, avrebbe dovuto tenere una presentazione, sì, per conto di una ditta straniera che si occupa di sicurezza informatica, che non aveva mai sentito nominare prima, e difatti in loco ha cominciato a prepararsi sull’argomento».

La proposta di partire era arrivata a Cristian il 14 agosto. «Nei primi giorni - ricorda Alessandra - comunicavamo tramite whatsapp e mi raccontava che si stava preparando appunto alla presentazione. Doveva sostituire una persona, poi partita due giorni dopo il suo arrivo. Abbiamo scoperto che il governo mauritano aveva già avuto rapporti con questa società straniera e probabilmente c’era un problema di insoluto. Quindi Cristian, che era stato mandato per tutt’altro, alla fine è stato trattenuto, riteniamo, come figura di garanzia, senza avere alcun ruolo nei rapporti tra questa società e il governo locale». L'auspicio di Alessandra e della madre di Cristian, Douina Coman, è far chiarezza sulla vicenda, per accelerare la liberazione. Anche perché un diabetico necessità di controlli continui (mai effettuati), perché a rischio infezioni. «La versione ufficiale è che lui sia trattenuto per una truffa informatica ai danni del governo, ma è del tutto evidente che l’accusa non sta in piedi. Cristian è innocente, se avesse commesso un reato dovrebbero accusarlo, difatti non è avvenuto».

La madre e i due avvocati di Cristian, i legali milanesi Vinicio Nardo e Giovanni Pasceri, stanno intensificando i contatti con l’ambasciatore Natali e con il console. La donna è riuscita anche a fare una breve visita al figlio al posto di polizia dove è recluso, il 21 e il 22 febbraio. Trovandolo in pessime condizioni. «Ma ho cercato di fargli coraggio - dice la madre - Quel che è certo è che non ci arrenderemo fino a quando non tornerà a casa». Intanto il gruppo facebook «Libertà per Cristian Provvisionato» conta già quasi 7mila membri.

enrico.fovanna@ilgiorno.net