Ex Innova, è eterna trincea. Due giorni di occupazione non servono: "Siamo alla fame"

Nuovo capitolo nella drammatica vicenda degli operai ex Innova Service, licenziati nel febbraio 2011, ancora in mezzo alla strada senza soldi e senza lavoro nonostante una sentenza della Corte d’Appello del giugno 2013 che dispone il loro reintegro e il pagamento degli stipendi arretrati di Roberta Rampini

Per due giorni gli operai rimasti senza lavoro hanno occupato le sedi Aglar e Tea (Studionord)

Per due giorni gli operai rimasti senza lavoro hanno occupato le sedi Aglar e Tea (Studionord)

Arese (Milano), 8 novembre 2014 - Due giorni e una notte (senza luce e senza riscaldamento) di occupazione degli uffici Aglar e Tea nella palazzina centrale dell’ex Alfa Romeo di Arese. Giovedì sera la resa ma con una promessa: «Lunedì mattina ci presenteremo anche noi ai colloqui per la selezione del personale da assumere all’Arese Shopping Center, anche se per loro non abbiamo i requisiti». Nuovo capitolo nella drammatica vicenda degli operai ex Innova Service, licenziati nel febbraio 2011, ancora in mezzo alla strada senza soldi e senza lavoro nonostante una sentenza della Corte d’Appello del giugno 2013 che dispone il loro reintegro e il pagamento degli stipendi arretrati.

Per due giorni hanno occupato gli uffici di Aglar e Tea, proprietarie dell’area ex Fiat, per avere risposte concrete. «Ci hanno tolto anche la luce e il gas ma non abbiamo desistito - spiega Renato Parimbelli, ex operaio e delegato sindacale dello Slai Cobas - abbiamo ragione, abbiamo diritto a un lavoro, ci avevano promesso una sede, un sostegno al reddito e invece solo belle parole. Non cambia nulla. Noi siamo alla disperazione».

Anche dalla Prefettura di Milano è arrivata l’ennesima brutta notizia: «Il Prefetto non ha ottenuto nulla da parte dei proprietari dell’area». Ad annunciarlo in un comunicato stampa è il Movimento 5 Stelle. Silvana Carcano, consigliere regionale del Movimento e il senatore Bruno Marton dichiarano: «Siamo indignati, il Ministero dell’Interno non è in grado di trovare una soluzione al dramma di decine di lavoratori. Ci attendevamo già venerdì scorso risposte chiare per chiudere la vertenza. Al momento ci è stato detto che la proprietà non farà nulla. Non solo, la dottoressa Anna Pavone (già commissario prefettizio ad Arese, ndr), ha messo in dubbio l’esistenza dei 2.2 milioni di euro che invece dovrebbero essere depositati un notaio. Nemmeno su questo punto la Prefettura riesce a darci chiarezza. Ci riserviamo, con i nostri legali, di valutare le prossime iniziative per difendere il diritto al lavoro degli operai dell’ex Alfa».

Giovedì pomeriggio negli uffici occupati dai lavoratori si sono presentati Giorgio Cremaschi, sindacalista della Cgil, e Massimo Gatti, capogruppo della lista «Un’altra Provincia Prc-Pdci»: «È vergognoso e inaccettabile quello che sta succedendo a questi operai, mi auguro che lunedì mattina ai colloqui non ci siano ulteriori forme di discriminazioni nei loro confronti».

roberta.rampini@ilgiorno.net