Eredi Gnutti da Novate a Brescia, fiato sospeso per 23 lavoratori

Dipendenti infuriati: "Hanno informato prima i clienti di noi". Il posto dovrebbe essere mantenuto ma senza indennità di trasferta. Scatta lo stato di agitazione

La protesta dei lavoratori

La protesta dei lavoratori

Novate Milanese (Milano), 25 maggio 2016 - Chiude la S.A. Eredi Gnutti di Novate Milanese e il gruppo dirigente lo comunica prima ai clienti e poi ai lavoratori. Doccia fredda per i 23 dipendenti della storica fabbrica di via Polveriera che produce nastri e bandelle in rame, ottone, similoro e bronzo, con un importante pacchetto di clienti. La comunicazione ufficiale alle Rsu è stata fatta lo scorso 17 maggio con una lettera, ma già da giorni nei reparti produttivi circolava la voce di questa chiusura: "Sono stati alcuni clienti a dirci che erano dispiaciuti per la chiusura della fabbrica - fanno sapere i lavoratori -, hanno informato prima loro. E meno male che sul sito della Eredi Gnutti tra i valori della società c’è il rispetto per l’uomo".

La S.A. Eredi Gnutti Metalli è arrivata a Novate Milanese nel 2012, quando ha acquisito la ex Dalmet promettendo di ampliare il mercato. Qualche settimana fa invece sono cambiati l’intero gruppo dirigente e i progetti per il futuro: i lavoratori hanno scoperto che a metà luglio la fabbrica chiuderà i battenti per trasferire l’attività a Brescia.

Martedì mattina nella sede di Assolombarda a Milano si è svolto il primo incontro tra organizzazioni sindacali e direzione aziendale: "Ci hanno detto che il Gruppo è in difficoltà economica e deve ridurre i costi. Nella sede di Novate Milanese sono in affitto, da qui la decisione di chiudere e accentrare a Brescia la produzione - dichiara Tiziana Crostelli, rappresentante sindacale della Fiom Cgil -, ai dipendenti garantiscono il posto di lavoro, ma non sono disponibili a dare nessuna indennità di trasferta. Noi abbiamo calcolato che a ciascun lavoratore questo trasferimento dell’azienda costerà ogni mese almeno 500 euro di benzina e autostrada. Purtroppo l’azienda ha mantenuto un atteggiamento di totale chiusura". In fabbrica le Rsu hanno dichiarato lo stato di agitazione e deciso di organizzare un incontro con le maestranze delle altre realtà del gruppo per decidere insieme come evitare esuberi e chiusure.