Il criminologo Massimo Picozzi: Pizzocolo? Poteva diventare un serial killer

Ospite a "Libri in Corte" a Garbagnate Milanese, lo psichiatra commenta alcuni dei casi di cronaca che hanno scosso l'hinterland e non solo. Dalla strage di Motta Visconti ("Il raptus omicida non esiste") a Yara ("Bossetti non sfuggirà a una condanna")

Massimo Picozzi a Corte Valenti

Massimo Picozzi a Corte Valenti

Garbagnate Milanese (Milano), 23 maggio 2016 - “Bossetti? Certo che lo condannano”. Ma a ragione?. “Con quel Dna… E poi, quando vai davanti a una giuria popolare, per scampare l’ergastolo devi almeno avere un difensore simpatico”. Inevitabile chiedere del caso Yara a Massimo Picozzi,  psichiatra e criminologo tra i più quotati e i più noti grazie anche al piccolo schermo, e autore che a Garbagnate – per la kermesse Scrittori in Corte - presenta il suo libro per ragazzi “Il manuale dello scienziato investigatore”.  Pur raccontando alla platea “Menzogne e verità della cronaca” – a dimostrare che è il caso a prevalere sulla logica di assassini e indagini – Picozzi non si sottrare a confrontarsi sui crimini che hanno choccato l’hinterland milanese.

A Motta Visconti Carlo Lissi uccide a coltellate la giovane moglie e i due figli piccoli. "Per poi fare cosa?"

Simulare una rapina e andarsene a vedere la partita con gli amici. "Se non ha neppure tentato il suicidio, significa che aveva un forte problema con le emozioni. Ovviamente si tratta di un quadro instauratosi ben prima del delitto, coperto con una presunta normalità". (Nella foto a destra, Carlo Lissi)

Carlo Lissi

Si è parlato di raptus... "Il raptus è una trovata giornalistica, ma in criminologia non esiste. Non c’è nulla che esploda all’improvviso senza che faccia parte di un disagio risalente. Questo spiega come mai la difesa abbia tentato la carta della seminfermità con la tesi del  raptus ma sia stata smentita dalle perizie".

Lissi ha spiegato che era perdutamente innamorato di una collega, che tuttavia non gli aveva dato speranze. "Anche negli States Susan Smith disse di essersi innamorata di un altro, quando inscenò un sequestro a coprire di aver gettato l’auto nel lago con i figli dentro. Nessun raptus, ma una storia di molestie, suicidio del padre, tentati suicidi da parte della donna".

Il geometra di Arese Andrea Pizzocolo rapisce, sevizia e uccide una escort, mettendo tutto in un video. "Quarto Grado se ne occuperà nella prossima puntata. Pizzocolo è un serial killer, o meglio lo sarebbe diventato se non lo avessero preso. Del resto ci aveva già provato con una ragazza che si era salvata. Il suo movente è quello tipico della sessualità vissuta come dominio, possesso, controllo. Nel suo pc, una quantità di video a tema sadico. Si tratta di fantasie che il serial killer coltiva a lungo, forse già dall’adolescenza".

La difesa ha giocato la carta della parziale infermità per l’uso di droga. Ma anche Pizzocolo, come Lissi, ha avuto l’ergastolo. "La piena capacità di intendere e volere dipende dal margine di libertà che il criminale ha di trattenersi rispetto agli impulsi". (Nella foto sotto, Andrea Pizzocolo)

Andrea Pizzocolo

E i femminicidi? "L’Italia ha celebrato il più basso tasso di omicidi della sua storia. Solo 468 nel 2014. Gli omicidi di donne fanno più notizia perché sono aumentati rispetto agli altri, ma sono stabili da dieci anni. Anche uno solo, ovviamente, è troppo".

A Cinisello il caso della miss svedese sequestrata per mesi dal suo presunto aguzzino, ora a processo. Cosa si può consigliare alle donne che incontrano questi criminali? "Di seguire l’istinto se segnala un pericolo al primo incontro. Già dal secondo può essere troppo tardi, quando la trappola è scattata è difficile tirarsene fuori".