Expo, il flop della vendita dei terreni: nessuna offerta per il sito di Rho

Mezzogiorno di fuoco per il futuro delle aree Expo. Oggi alle 12 si chiuderà il bando di gara lanciato lo scorso 19 agosto per trovare investitori disposti ad acquistare e convertire ad altre funzioni il milione di metri quadrati di terreni che dal primo maggio al 31 ottobre del 2015 ospiterà i padiglioni dell’Esposizione universale di Milano di Giambattista Anastasio

Il cantiere di Rho dove si svolgerà Expo

Il cantiere di Rho dove si svolgerà Expo

Rho 15 nvembre 2014 - Mezzogiorno di fuoco per il futuro delle aree Expo. Oggi alle 12 si chiuderà il bando di gara lanciato lo scorso 19 agosto per trovare investitori disposti ad acquistare e convertire ad altre funzioni il milione di metri quadrati di terreni che dal primo maggio al 31 ottobre del 2015 ospiterà i padiglioni dell’Esposizione universale di Milano. L’acquirente entrerebbe in possesso dell’area solo dal 2016, solo una volta finito l’evento. Ma stando alle indiscrezioni della vigilia, sul tavolo di Arexpo, la società creata da Regione e Comune proprio per rilevare il sito, non sarebbero arrivate manifestazioni di interesse. Non a caso i soci di Arexpo hanno convocato un Consiglio d’amministrazione già per le 14 di oggi, a sole due ore dalla chiusura della gara, per decidere se prorogare o no l’asta concedendo a chi volesse farsi avanti altre tre settimane di tempo. Tutto lascia pensare che alla fine la proroga ci sarà perché tale opzione è stata prevista già in fase di definizione del bando. Ma solo oggi si avranno certezze, in un senso e nell’altro.

Del resto non si può escludere l’arrivo di offerte all’ultimo minuto utile, un film già visto in altre importanti aste. Certo è che le condizioni del bando sono sotto diversi aspetti proibitive. La base d’asta, ovvero l’investimento chiesto a chi fosse interessato a rilevare il sito Expo, ammonta a 315 milioni di euro. Ulteriore complicazione, il bando vieta di avanzare offerte per singoli lotti: o si compra tutta l’area o niente. Tradotto: o si trova un investitore capace di sobbarcarsi da solo la spesa o è necessario, strada altrettanto difficile, che più investitori si mettano insieme. A quel punto, però, gli interessi dovranno essere coincidenti. Ultimo vincolo: chiunque si decida all’acquisto, dovrà mantenere a verde ben metà dell’area. La grande eredità dell’Expo per la città – come da sempre ribadiscono Comune e Regione – dovrà infatti consistere in un nuovo grande parco. Vincoli di buon senso, apprezzabili. Al mercato, però, la scelta.

E si è concluso con un nulla di fatto l’ennesimo consiglio di amministrazione della società Expo sull’Albero della vita, in programma ieri negli uffici di via Rovello. L’opera è sempre più in bilico, entro il 20 novembre, l’ultimo «limite invalicabile» indicato dalla spa, deve arrivare un verdetto sull’installazione di luci e suoni ideata dal regista Marco Balich. A chiederlo anche gli imprenditori del consorzio Sistema Brescia, disposti a relizzare l’opera per 3 milioni di euro a proprie spese: «Serve un punto fermo, poi non ci possono essere tentennamenti».