Giovedì 25 Aprile 2024

Gli ex Innova si arrendono "alla fame": stop alla presenza sull’area del restyling

«Siamo alla fame, accettiamo il Protocollo Pavone». Lo hanno detto nel corso dell’incontro in Comune ad Arese i 40 ex operai dell’Innova Service di Roberta Rampini

Le ex tute blu hanno dovuto sottoscrivere l’accordo che prevede un percorso di reinseriemnto nel lavoro

Le ex tute blu hanno dovuto sottoscrivere l’accordo che prevede un percorso di reinseriemnto nel lavoro

Arese (MIlano), 1 fennraio 2015 - «Siamo alla fame, accettiamo il Protocollo Pavone». Lo hanno detto venerdi nel corso dell’incontro in Comune ad Arese, con il sindaco Michela Palestra e il direttore dell’Agenzia Regionale per l’impiego e la formazione, Fulvio Matone. E poi lo hanno scritto a caratteri cubitali sulla loro pagina Facebook. Sono i 40 ex operai dell’Innova Service, l’azienda che si occupa della pulizia, manutenzione e gestione delle portineria nell’area ex Alfa Romeo di Arese, ingiustamente licenziati nel febbraio 2011.

«Non ci stiamo arrendendo - spiega Renato Parimbelli, ex operaio e delegato sindacale dello Slai Cobas - ma la situazione per molti di noi è diventata drammatica. Abbiamo finito anche i risparmi. Molti hanno messo in vendita oro e mobili. Venerdì all’incontro ci hanno chiesto di rinunciare anche a tutte le azioni legali e sindacali sull’area, di ritirare tutte le denunce e di porre fine ai presidi di protesta. È l’ennesima conferma che vogliono mandare via lo Slai Cobas e gli ultimi operai rimasti dall’area. Che il nuovo padrone dell’area non ci vuole. Martedì mattina faremo un’assemblea con i lavoratori, poi ciascuno firmerà la lettera di accettazione del Protocollo Pavone, ma la nostra battaglia per avere giustizia non si ferma».

Il cosiddetto Protocollo Pavone, prende il nome dal viceprefetto Anna Pavone che lo aveva sottoscritto nel dicembre 2012 quando era alla guida del Comune di Arese commissariato dopo l’arresto dell’ex sindaco Fornaro. Prevede un sostegno al reddito per gli operai, percorsi di accompagnamento alla pensione, progetti per favorire il ricollocamento e incentivi alle aziende che li assumeranno. La somma messa a disposizione da Tea (società proprietaria dell’area) ammonta a due milioni e 200 mila euro. I lavoratori, tuttavia, devono rinunciare a qualsiasi pretesa sulle aziende che si insedieranno nell’area o che sono collegate alla realizzazione del nuovo centro commerciale.

Una rinuncia che non è mai piaciuta alle ex tute blu, che per anni hanno respinto il Protocollo, o meglio, hanno chiesto di modificare alcune clausole troppo penalizzanti per loro. Nulla di tutto ciò è accaduto. «Dopo quattro anni senza lavoro e senza stipendio non abbiamo alternative - conclude Parimbelli - sulla rinuncia alle azioni legali sanno benissimo che non è possibile e inoltre continueremo a lottare per l’applicazione della sentenza della Corte d’Appello nei confronti di Innova Service e per avere una nuova sede sindacale visto che hanno abbattuto quella storica e il Consiglio di fabbrica».

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