Rho, la rabbia in piazza: "Il centro sociale non si tocca"

In 200 hanno protestato contro lo sgombero. Ma l’edificio occupato dall'Sos Fornace deve essere bonificato dall’amianto

Il corteo dei giovani

Il corteo dei giovani

Rho (Milano), 15 ottobre 2017 - Trampolieri, musicisti e pirati. Ma soprattutto centinaia di giovani, ieri pomeriggio, hanno partecipato alla grande parata contro lo sgombero del centro sociale Sos Fornace di Rho. All’insegna dello slogan "sindaco Romano non hai capito niente, la Fornace non si vende", più di 200 manifestanti hanno sfilato per le vie del centro per ribadire che il centro sociale autogestito che dal 2011 occupa l’ex Mtm, azienda tessile di via Moscova, non si tocca. Sugli striscioni di protesta e sui volantini distribuiti ai cittadini la storia del centro sociale che da oltre 12 anni è presente sul territorio e ha organizzato moltissime iniziative culturali e sociali, prima a Garbagnate Milanese poi a Rho. Al megafono la rabbia dei giovani: "Hanno provato molte volte a sgomberare il centro sociale - spiegano gli organizzatori -, ma non ci sono mai riusciti. Vogliono chiuderci la bocca perché da anni denunciamo le porcherie che accadono nella “città vetrina”, le speculazioni prima con la Fiera, poi con Expo e ora con il post-Expo. L’amministrazione comunale dice che siamo abusivi, illegali, ma si dimentica di aver avuto in consiglio comunale un uomo della ‘ndrangheta. Non riusciranno a cancellare la storia della Fornace". Il centro sociale è sotto sgombero da settimane, da quando cioè la proprietà dell’area ha presentato il progetto per la bonifica dell’amianto presente nell’ex area industriale. Ma per intervenire è necessario sgomberare il centro sociale e quindi si è rivolta al Comune.

"In quell'area c’è un problema di amianto che secondo le ultime analisi effettuate rappresenta un problema per la salute pubblica e quindi deve essere bonificata in tempi brevi - spiega il sindaco Pietro Romano -. La proprietà si è detta disponibile a smaltire la copertura in amianto ma non può intervenire per la presenza del centro sociale. Io ho posto il problema alla Prefettura che deve gestire l’eventuale sgombero". Secondo i giovani, invece, l’amianto è solo un pretesto per far spazio a un progetto urbanistico speculativo in vista del post-Expo e per cacciare, una volta per tutte, il centro sociale dalla città. Minacciati dallo sgombero, più che dall’amianto, ieri pomeriggio i giovani sono scesi in piazza pacificamente per ribadire la loro posizione e rivolgere un appello all’amministrazione di centrosinistra: "Chiediamo a Romano, che insiste sulla necessità di una bonifica dell’area dell’ex Mtm, di esprimersi sul valore sociale e politico che l’esperienza della Fornace ha per il territorio - spiega Andrea Papoff, esponente del centro sociale -, di non accodarsi agli appetiti predatori che premono per lo sgombero di una realtà scomoda che sperimenta ogni giorno pratiche fuori-mercato. Provvedimenti come gli sgomberi, del resto, non sono riusciti e non riusciranno mai a spegnere la Fornace".