Senago, il sindaco cambia idea e licenzia Vitalone. Ex assessore in lacrime: "Solo fango"

Il fratello Giovanni è stato arrestato nell’inchiesta sulla ’ndrangheta a Seregno

Gabriele Vitalone, primo a sinistra del sindaco Maria Beretta

Gabriele Vitalone, primo a sinistra del sindaco Maria Beretta

Senago (Milano), 2 ottobre 2017 - Martedì lo aveva difeso rinnovandogli «la fiducia» e precisando che non avrebbe mai chiesto «alcun passo indietro». Sabato mattina ha firmato il decreto di revoca delle deleghe. Il sindaco di Senago, la leghista Magda Beretta, cambia idea e rimuove Gabriele Vitalone l’assessore ai trasporti, ambiente, mobilità, sport e rapporti con l’Area Metropolitana, fratello di Giovanni arrestato martedì scorso con l’accusa di associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta su Seregno.

«Dopo un’attenta valutazione, ho preso la decisione di revocare le deleghe all’assessore Gabriele Vitalone, al fine di continuare a garantire un proficuo e sereno lavoro della mia amministrazione - scrive il sindaco - Ho altresì deciso di non assegnare le deleghe ad altri assessori, ma di trattenerle in capo alla mia persona. Ho sempre preso posizioni nette, forti e chiare. Per il resto non faccio né il carabiniere, né il magistrato, ma il sindaco. Ci auspichiamo venga fatta luce sui fatti».

Ma chi è Gabriele Vitalone? Originario di Montebello Jonico, è arrivato a Senago con la sua famiglia, negli anni Settanta. Cinquantuno anni, alle elezioni amministrative di giugno è stato il più votato di Forza Italia con 159 voti. Il sindaco leghista lo ha nominato assessore ai Trasporti e all’Ambiente nella giunta di centrodestra. L’ultimo blitz contro la ‘ndrangheta ha portato in carcere suo fratello Giovanni. Lui, Gabriele non è neppure indagato ma è stato fotografato dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano al funerale di Francesco Zumbo (17 novembre 2015) insieme agli uomini della ‘ndrangheta. Mentre scattavano le manette ai polsi del fratello Giovanni, l’ex assessore era a colloquio con il sindaco per chiarire la sua posizione di assoluta estraneità.

Probabilmente i dettagli dell’inchiesta e alcune intercettazioni, pubblicati nelle ore successive agli arresti hanno fatto cambiare idea al primo cittadino che nel decreto di revoca delle deleghe parla del «venir meno della fiducia e della sua (dell’assessore Vitalone, ndr) idoneità». L’ex assessore amareggiato e in lacrime al telefono replica: «Il sindaco ha piena fiducia nella mia persona, ma dopo il fango che mi hanno tirato addosso in questi giorni era inevitabile un provvedimento di questo tipo. Mi hanno sbattuto in prima pagina senza sapere il danno che hanno fatto a me e alla mia famiglia. È vero siamo molto conosciuti e ben inseriti a Senago ma siamo persone oneste, la gente che mi conosce sa chi sono, ma ora mi trattano come un mafioso perché mio fratello mi ha chiesto come era la procedura per mettere due tavolini davanti al bar».