Bollate, col materasso tra i box o all’ingresso. Storie di povertà estrema in via Verdi

Nei caseggiati Erp dove è appena stata avviata la riqualificazione

Le vicende sono state portate alla luce dai sopralluoghi della municipalità con Regione e Aler

Le vicende sono state portate alla luce dai sopralluoghi della municipalità con Regione e Aler

Bollate (Nilano), 17 dicembre 2017 - Povertà a Bollate. Problemi di lavoro, economici, familiari, problemi di salute. Sono tante le situazioni di disagio estremo in cui finiscono sempre più persone che restano senza un tetto. Le storie da raccontare sono ovunque, qui come altrove e non si contano. A Bollate nei caseggiati Erp di via Verdi dove è appena stato avviato un programma di riqualificazione dei fabbricati fatiscenti, grazie a fondi europei destinati a questi luoghi da Regione Lombardia, se ne presentano due in pochi metri. Le hanno portate alla luce i sopralluoghi effettuati nei giorni scorsi dalla municipalità e dagli addetti di Regione, del Sindacato inquilini, dell’Aler che si riuniscono nel tavolo di lavoro che darà il via al progetto.

Un trentenne vive con il materasso e due coperte adagiati sul pianerottolo all’ingresso, in un spazio ricavato fra l’ascensore e le scale. C’è puzzo di vino, di marjuana e chissà cos’altro su quelle scale. È fra i box che nascondono di tutto, macerie e rifiuti di ogni tipo che, invece, si è ricavato un rifugio Furio, 54 anni, ex fabbro disoccupato, malato, padre di un figlio di 11 anni che le tante difficoltà della vita che sta incontrando gli hanno fatto perdere il coraggio di volere ancora vedere. Sfrattato a giugno, vive abusivamente da allora in questo garage sporco e freddo.

Le sue condizioni di salute sono pessime e trovare un lavoro in questo stato non è immaginabile. Furio si lava come può e un pasto caldo se lo procura ogni giorno grazie alla Caritas. Tiene sempre il box aperto ed è così la sua vita disperata è sempre sotto gli occhi di tutti. Nonostante il gelo, di andare in un dormitorio non ne vuole sapere: «Mi toglierebbe anche l’ultimo briciolo di dignità», dice. Di case comunali a disposizione non ce ne sono e l’unico alloggio di emergenza è occupato.

«Gli assistenti sociali sono intervenuti in passato e sono sul pezzo ora – interviene il sindaco Francesco Vassallo – Stiamo coinvolgendo un fratello della persona per cercare di dargli una sistemazione. Siamo anche in contatto con Caritas, parrocchie, cooperative edilizie, cooperative sociali. Il Comune ha una rete di rapporti per ampliare le possibilità ma le difficoltà sono molteplici. Per attivare un percorso, bisogna condividerlo e accettare anche compromessi».

Le storie di via Verdi hanno mosso un grande dibattito sul web e prendono voce i cittadini: «Ha bisogno di una mano e in fretta! Sono dell’idea che le cose imbastite da noi comuni cittadini sono più spicce e meno umilianti di quelle proposte dalle istituzioni», «Forza troviamo il modo di aiutarlo». Ci riusciranno? Qualcuno, estremizzando, propone di occupare per Furio una stanza in Comune «da adibire a ricovero finché non gli danno una sistemazione».