Novate, coltivatori alla 'guerra degli orti' davanti al Municipio

I pensionati protestano sotto il Comune: "No allo sgombero"

Il sit-in dei coltivatori per passione

Il sit-in dei coltivatori per passione

Novate (Milano), 29 novembre 2016 - Si riaccendono le luci sugli orti di via Vialba. Lunedì mattina un gruppo di ortisti ha manifestato sotto il municipio per capire le intenzioni dell’amministrazione comunale in merito al terreno. Il 22 novembre sono arrivate anche le ruspe per lo sgombero, poi slittato. Un passo indietro: al confine con Milano, il Comune novatese possiede circa 37.000 metri quadri di terreno, destinato in origine alla costruzione della «Città della salute». A distanza di quattro anni dall’approvazione del Pgtu, però, non è stato realizzato nulla, perché il progetto di edilizia sanitaria è stato aggiudicato a Sesto San Giovanni. Che farne dunque? «Lo scorso luglio la giunta ha deciso di affidare uno studio esplorativo al Politecnico di Milano, che ha pensato di costruire sul terreno un campus universitario», spiega il gruppo di ortisti sotto il Comune.

Da circa settanta anni però, su quel fondo, insistono circa novanta orti, gestiti da pensionati che lo coltivano per passione. Tre anni fa il Comune di Novate ha cercato di fare sgomberare l’area, rivendicando la proprietà del terreno, cosa che non aveva mai fatto prima. A quel punto gli ortisti si sono divisi in due gruppi, uno è passato alle azioni legali e l’altro no. Il primo è riuscito ad ottenere un comodato d’uso gratuito fino a dicembre 2020, l’altro gruppo invece, dopo molti incontri con il sindaco, ha ottenuto l’utilizzo degli orti fino a gennaio 2018, impegnandosi a lasciare l’area libera e pulita. Ad inizio novembre, però, sui cancelli degli orti è apparsa una comunicazione per avvertire che il 22 novembre tutta l’area sarebbe stata sgomberata. Tempi ben differenti dalle date concordate con gli ortisti. Non solo, le opere di rilevazione del rumore e dello stato del terreno, disposti dal dirigente comunale nell’ambito dello studio del Politecnico, come l’analisi dell’inquinamento atmosferico provocato da alcune ditte limitrofe e dall’autostrada A4, possono essere effettuate anche in presenza degli orti.

«Il costo dello sgombero è stato stimato in 150 mila euro - argomentano i manifestanti - probabilmente provenienti dai risparmi sui costi del conferimento dei rifiuti, ottenuti dall’impegno di tutti i cittadini a differenziare la raccolta: per questo chiediamo se i cittadini novatesi sono d’accordo a disperdere una somma così alta per sgomberare con forza una quarantina di orti, quando c’è l’impegno di questi a lasciare l’area libera e pulita a gennaio del 2018. Infine, visto l’accordo legale degli altri ortisti fino al 2020, lo sgombero viene fatto a zig zag?». Il 22 novembre, in assenza di rappresentanti del Comune, le ruspe se ne andarono dopo due ore di attesa: ora che succedera?